Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

giovedì 30 novembre 2017

LA BOCCA, IL CUORE E I PIEDI: LE "FACOLTÀ" DEL PREDICATORE

SANT'ANDREA APOSTOLO - 30 Novembre


Andrea è come il “maggiordomo” nel gruppo dei primi discepoli. Sembra che il suo compito sia quello di condurre le altre persone a Gesù, parlando loro di lui e a lui di loro, facendo le presentazioni. Nel vangelo di Giovanni questo succede tre volte. Verso la fine, alcuni Greci che vogliono vedere Gesù si avvicinano a Filippo ma egli va prima da Andrea ed è lui che organizza l’incontro col Signore. Nel sesto capitolo, è Andrea che porta a Gesù il ragazzo con i pani e i pesci per il miracolo della moltiplicazione. E all’inizio del vangelo, l’introduzione più significativa, dopo aver ‘incontrato il Signore e ricevuto il dono della fede’, disse poi Andrea a Simone, suo fratello, ‘abbiamo trovato il Messia’ e lo condusse da Gesù.

Vediamo qui un modo di capire la missione apostolica della predicazione del vangelo. Il nostro dovere, che è anche la nostra gioia, è di parlare di Gesù nel quale troviamo il Cristo, nostro Signore, e di facilitare in tutti i modi possibili l’incontro delle altre persone con Lui. Nella prima lettura, San Paolo, un altro grande “maggiordomo” della chiesa primitiva, parla della bocca, del cuore e dei piedi come i luoghi, o le facoltà possiamo dire, di questa predicazione apostolica. La fede in Cristo deve attuare queste facoltà in noi. Cosa significa? Possiamo dire che la predicazione, che comincia sulle labbra di qualcuno già inviato a predicare, arriva sulle nostre labbra, ma non senza radicarsi nel cuore ed esprimersi nel nostro modo di vivere, nella sincerità della nostra preghiera e nel cammino che proseguiamo. Come si dice in Inglese, non è sufficiente ‘talking the talk’ (=limitarsi a parlare), è necessario anche ‘walking the walk’ (=iniziare ad agire).

È dalle labbra del predicatore, l’insegnante della fede, che ascoltiamo per la prima volta l’annunzio del vangelo. Abbiamo bisogno di qualcuno che apra la sua bocca e parli per noi, o con noi, su Cristo. Proprio in questo giorno di Sant’Andrea, i miei padrini mi hanno portato nella chiesa di Sant’Andrea a Dublino per il battesimo e lì hanno parlato per me. (È un primo mistero della mia vita, perché non mi hanno battezzato ‘Andrea’ nella sua chiesa nel giorno della sua festa!) E io ho imparato a credere e, a mia volta, a parlare ad altri di lui. Ma la fede non è soltanto una confessione con la bocca, è anche un credere con il cuore. Come dice san Paolo, ‘con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza’. E poi cita quel brano del profeta Isaia sui predicatori, ‘quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene’.

Se la vita apostolica è una vita di parole, una predicazione, questa vita e questa predicazione si attuano, dice san Paolo, per la parola di Cristo. Le labbra, il cuore, i piedi: innanzitutto e fondamentalmente sono le facoltà dello stesso Gesù dalle quali sorge questo fiume di predicazione, di testimonianza e di fedeltà in Sant’ Andrea, San Paolo, San Domenico … in tutti coloro che testimoniano la loro fede in Cristo con la parola, con la preghiera e con l'amore.