Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 20 febbraio 2017

LA CREAZIONE – VERITÀ, BONTÀ, BELLEZZA

VII Settimana - Lunedi (Anno 1)

I miei studi in preparazione al sacerdozio comprendevano un corso chiamato 'cosmologia'. È stata solo la prima di una serie di strane parole che non avevamo mai sentito prima, ma che avevamo accettato come parte di venerabili, a volte pittoresche, tradizioni. A quel tempo la parola non era molto usata, generalmente, negli scritti scientifici o popolari. Ora, però, è tornata in auge: una ricerca su Google per 'cosmologia' produce quasi 14 milioni di risultati e la ricerca di 'nuova cosmologia' quasi 12 milioni (in meno di mezzo secondo!). Così, siamo incoraggiati a rivedere la Bibbia e le tradizioni cristiane attraverso la lente di questo termine. Negli ultimi anni anche 'la cura del creato' si è aggiunta ai precedenti interessi di giustizia e di pace.

Testi come quelli della prima lettura di oggi sono abbondanti in tutta la Bibbia. Ognuno dei grandi libri sapienziali contiene poesie o inni in lode della sapienza divina rivelata nella creazione. Oltre a Siracide 1, letto oggi, c’è Siracide 24, Proverbi 8, Sapienza 7-8, così come Genesi 1, naturalmente, alcuni salmi, e l'inno dei tre giovani che si trova in Daniele 3. La tradizione di celebrare il Creatore nella sua creazione si ritrova anche nei profeti e continua, per esempio, negli scritti spirituali celtici così come la Corazza di San Patrizio.

Il mondo della natura, esplorato dalla fisica, dalla chimica, dalla biologia e dalle altre scienze, rivela una sapienza, un’intelligenza, un’appropriatezza e bellezza che, per molte persone, rimanda chiaramente al Creatore. Come dice san Paolo in Romani 1,20, "le qualità invisibili di Dio, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue”.

Il cosmo è meraviglioso a vedersi e questo è un altro aspetto della sapienza. Non è soltanto che le cose sono, ma sono conosciute come sono, e sono ammirate da qualcuno da qualche parte. La sapienza non risiede solo nell'ordine delle cose, ma nella mente che comprende e apprezza quell’ordine. Questo è vero per la mente umana, naturalmente, ma anche è considerato dagli scrittori biblici come applicabile, innanzitutto, alla mente divina.

Dio concepisce una parola o sapienza - 'egli l'ha creata per mezzo dello Spirito Santo', dice la prima lettura - e ogni mente creata che conosce, comprende e apprezza il mondo prende parte, in qualche modo, alla sapienza di questa fonte originaria.

La lettura del Vangelo racconta di un conflitto all'interno della creazione, un punto in cui le creature sono in conflitto in un modo che è inutile e dannoso: cosa si può fare su questo? Vediamo poi Gesù, il Signore della Creazione, presente nel cosmo, la sua mente Originaria, sapiente e compassionevole in relazione alla creazione. Egli la guarisce e la sistema, sciogliendo questo particolare “nodo”. Il ragazzo posseduto è colto in un dramma cosmico, un luogo in cui l'ordine naturale è stato distorto. Questo tipo di problema, dice Gesù, può essere risolto solo con la preghiera.

L'ingegno umano ha trovato soluzioni ai molti problemi all'interno della creazione e ha imparato a sfruttare le sue risorse. Ma lo stesso ingegno può perdere il senso della gratuità e della meraviglia della creazione, può trattarla esclusivamente in maniera materialista, dimenticando la sua origine e il suo carattere spirituale. Le persone possono arrivare a pensare a tutte le cose naturali come a cose inerti e prive di significato, come a cose che sono semplicemente in attesa di essere scoperte e sfruttate da noi. 

Risolvere ciò nella preghiera, tuttavia, significa mantenere un senso di meraviglia per il mondo e un senso di rispetto per le sue leggi e la sua integrità. Stimola un senso di meraviglia per 'l'onnipotente re e creatore, colui che è veramente maestoso', e un senso di gratitudine per i tanti doni della creazione. Contemplare il cosmo nella preghiera genera un senso della fede nel suo carattere simbolico e sacramentale. Aiuta a prendere consapevolezza del fatto che esso è molto buono in se stesso e anche per la sua utilità per la nostra salvezza da parte di Cristo, nei misteri della Sua incarnazione.