Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 9 febbraio 2020

PUGNO CHIUSO O MANO APERTA?

V Settimana - Domenica (Anno A)


Con una vasta gamma di immagini, la Bibbia parla di una scelta proposta dalla Parola di Dio a coloro che ascoltano.

Secondo il Libro del Deuteronomio, la scelta di osservare i comandamenti di Dio o di non osservarli è una scelta tra la vita e la morte, tra una benedizione e una maledizione. Per gran parte della 'letteratura sapienziale', la scelta è tra il camminare nella via della sapienza o il discendere il percorso della stoltezza, a seconda di come ci relazioniamo con gli altri e con Dio. 

Nella sua predicazione, Gesù parla più severamente di questa scelta. Essa è la scelta tra una porta stretta aperta su una strada scoscesa e una strada facile e larga che porta, però, alla perdizione (Matteo 7,13-14). Paolo contrappone la vita secondo lo Spirito e la vita secondo la carne, mentre Giovanni è appassionato delle immagini di luce e oscurità.

Le letture di questa domenica ci danno una immagine fisica e molto concreta della scelta che abbiamo di fronte tra due modi opposti di vivere: il pugno chiuso e la mano aperta.

Pensate alla differenza tra l'essere di fronte a un pugno chiuso e il ricevere una mano aperta. Il pugno chiuso significa minaccia, rifiuto, arroganza, esclusione, rifiuto, rabbia e violenza. La mano aperta significa amicizia, aiuto, pace, condivisione, comunicazione e relazione.

Isaia incoraggia i suoi ascoltatori a ' togliere di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio”, e di fare ciò ' dividendo il pane con l’affamato, vestendo uno che vedi nudo’. Il salmo 111 continua il tema: 'Felice l’uomo pietoso che dà in prestito ... è misericordioso, pietoso e giusto ... egli dona largamente ai poveri.'

Laddove il pugno chiuso è avaro, non ricettivo e chiuso, la mano aperta è generosa, accogliente e vulnerabile.

Paolo professa la propria apertura e vulnerabilità tra i Corinzi. Ero con voi nel timore e tremore, dice, e nella mia predicazione ho evitato le complessità della 'filosofia'. 'Tutto quello che sapevo in mezzo a voi’, prosegue, 'era Gesù Cristo crocifisso.'

Il Cristo crocifisso ha aperto le sue mani, le braccia e il cuore sulla croce per darci la rivelazione definitiva di Dio. Questo cuore aperto al mondo contiene un amore al di là di ogni aspettativa e al di là di ogni speranza naturale, un amore al di là di qualsiasi canto o racconto che se ne possa fare. Il Dio che spalanca la sua mano per soddisfare i desideri di tutti coloro che vivono (Sal 145) ha ora spalancato il proprio cuore per portare alla vita eterna tutti coloro che ha scelto (Ef 1,11).

Ci possono essere molte ragioni per cui, a volte, abbiamo scelto la via del pugno chiuso piuttosto che la mano aperta: dolore e delusione, stanchezza e indifferenza, paura e incomprensione, egoismo e disprezzo.

Qualunque sia la ragione, il pugno chiuso sempre comporta il rifiutare i nostri simili e negare, a tutti gli effetti, che gli altri sono della stessa famiglia. La mano aperta, invece, significa rivolgerci verso gli altri come a nostri familiari, nostri simili, fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre celeste, che condividono una chiamata comune e una comune speranza.

Così come la presenza di sale e luce non può essere nascosta e la loro assenza sarà notata, l’amabilità della persona buona non può essere negata e lo shock del pugno chiuso ci farà tornare sui nostri passi. Le buone opere della mano aperta brillano ovunque e fanno sì che le persone possano lodare il Padre per la santità che scorgono nelle Sue creature. Abbiamo scoperto che Dio è così, lui che fa sì che il suo sole sorga sui cattivi così come sui buoni, e la sua pioggia cada sulle persone oneste come su quelle disoneste (Mt 5,45).

In molte parti del mondo, il segno di pace durante la messa è una semplice stretta di mano e spesso il suo scambio è superficiale e pigro. Ma simboleggia qualcosa di fondamentale, la differenza tra i due modi di affrontare il prossimo e di affrontare la vita.

Vogliamo tornare indietro e chiuderci, indurendo il nostro cuore e stringendo il nostro pugno? O vogliamo seguire Cristo aprendo le nostre mani e i nostri cuori, per raggiungere gli altri in generosità e giustizia? Qual è il senso profondo dell’aprire le nostre mani in preghiera a Dio, se non l’offrire una mano amabile ai nostri fratelli e sorelle nelle loro necessità?