Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 29 gennaio 2018

SPIRITUALITÀ TOMISTA

Questo articolo è stato pubblicato da VB in The New SCM Dictionary of Christian Spirituality, edito da Philip Sheldrake, SCM Press, London 2005, pagine 618-620 (tradotto da MS)
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(La spiritualità tomista) concerne la vita spirituale e l'insegnamento di san Tommaso d'Aquino (1225 / 26-1274) e di coloro che appartengono alla sua scuola. Da bambino, così si dice, Tommaso si poneva già la domanda 'che cosa è Dio?', e questa è rimasta la pre-occupazione centrale della sua vita. Optò per i domenicani, piuttosto che per i Benedettini, per ragioni che rimangono sconosciute, ma le preoccupazioni intellettuali del nuovo Ordine possono aver fatto presa su di lui, così come il suo impegno nel contrastare le idee neo-manichee dei Catari. In pratica questo ha significato lo sviluppo di un approccio teologico in cui un apprezzamento della bontà della creazione era centrale.

Tommaso era già stato introdotto alla filosofia di Aristotele a Napoli ed i suoi studi sotto Alberto Magno a Parigi rafforzarono il suo interesse per le opere di Aristotele recentemente tradotte. All’apparenza, Aristotele sembrava un alleato meno promettente per la teologia cristiana rispetto a Platone, dalla disposizione mentale più religiosa. In realtà c'era poco di disponibile delle opere di Platone nel XIII secolo, anche se egli aveva già avuto un impatto significativo nello sviluppo della teologia nel periodo patristico. In ogni caso, Tommaso trovò in Aristotele l'alleato di cui aveva bisogno per sostenere l'affermazione teologica della realtà creata. Problemi che sono centrali per la vita cristiana quali, per esempio, la creazione stessa, individualità umana e integrità, grazia e libertà, incarnazione e sacramento - tutti vengono analizzati in maniera innovativa e stimolante alla luce degli insegnamenti scientifici, etici e metafisici di Aristotele.

L’antropologia olistica di Tommaso - la sua comprensione dell'unità essenziale di corpo e anima nell’individuo umano - è un contributo distintivo e originale al pensiero umano. Tanta sapienza morale e spirituale deriva dalla sua convinzione che l'uomo è essenzialmente un essere fisico, che l'anima ha bisogno del corpo proprio come il corpo ha bisogno dell'anima, e che non c’è sapere umano, persino le più alte forme di comprensione spirituale umana, che non dipenda da ciò che è stato sperimentato fisicamente. È stato sostenuto che Tommaso è il primo filosofo cristiano ad ammettere serenamente il carattere corporeo dell'esistenza umana. Per Tommaso il corpo umano è anche essenziale per ciò che egli chiama 'il benessere della nostra felicità eterna': nessuno, prima, aveva dato un tale onore al corpo umano.

Con il suo caratteristico spirito provocatorio, G.K.Chesterton dice che Tommaso, con Francesco d'Assisi, ha salvato l'Occidente dalla spiritualità. Con questo intende dire che l'affermazione della bontà della creazione da parte di Francesco e Tommaso rafforzò la comprensione tipicamente cristiana del Verbo che si è fatto carne e di Dio che ha visto tutto quello che aveva fatto e lo ha trovato molto buono. Il mondo stesso è già dono di Dio, in virtù del mistero dell'essere o dell'esistenza che si trova al cuore della più piccola cosa che possa esserci. Da questo punto di vista, tutto ciò di cui uno ha bisogno è una foglia o una formica per iniziare una meditazione sull'esistenza che porterà, in ultima analisi, a Dio. Nel pensiero di Tommaso d'Aquino troviamo una mistica dell'essere in cui la presenza divina è riconosciuta principalmente nell’emanazione creativa e continua di Dio - Tommaso non ha paura di questa parola - che è l'essere delle cose. Per il fatto che è creata a immagine di Dio, la creatura umana ha la capacità di ricevere il dono di essere con consapevolezza e gratitudine.

La sua opera più famosa, la Summa Theologiae, è stata intesa come una teologia morale, che si occupa della realizzazione della vita cristiana intesa come pellegrinaggio di ritorno a Dio della creatura umana. Un tema chiave, costitutivo di questa opera è la beatitudo, benedizione o beatitudine. Tommaso usa questo termine per caratterizzare la vita trinitaria di Dio, in cui creazione e salvezza hanno origine. Lo usa anche per indicare il fine ultimo o il desiderio fondamentale che muove gli esseri umani alla ricerca morale e spirituale. Beatitudo è ciò che Gesù Cristo porta, perché è lui che di fatto apre la strada all’accesso dell'uomo nella vita beata di Dio. Tommaso non visse abbastanza per scrivere le parti della Summa dedicate all’escatologia ma è chiaro, da ciò che egli ha scritto, che la beatitudine della quale ora siamo in attesa è oltre tutto ciò che cuori umani possano concepire.

Tommaso parla dell’appropriazione umana della beatitudo in termini di grazia e divinizzazione. La sua comprensione della grazia è essenzialmente trinitaria. Il Figlio e lo Spirito sono stati inviati dal Padre a portare il mondo dentro l'abbraccio di Dio, in modo che possa partecipare la Vita propria di Dio che è conoscere e amare. Grazia si riferisce al rafforzamento e all'elevazione della natura che partecipa all’inabitazione delle persone divine. La grazia opera all'interno delle capacità umane del conoscere e dell’amare e conforma gli esseri umani alla 'Parola che respira amore'. L'umanità graziata è fatta per essere come Dio.

In pratica, ciò avviene attraverso le virtù o doni di fede, speranza e carità con le molte azioni, le espressioni, le iniziative e le pratiche a cui danno luogo e che costituiscono la vita pastorale e spirituale degli individui e delle comunità cristiane. La vita del credente, stimolata e sostenuta da Cristo nella sua Chiesa, è comunque una vita vissuta nel mistero, dal momento che in questa vita, dice Tommaso, possiamo essere uniti a Dio soltanto come a uno sconosciuto. La fede è, per lui, profondamente paradossale. Si tratta di un assenso fermo non supportato da prove sufficienti a soddisfare l'intelletto. Si tratta di un parlare o di un’articolazione la cui comprensione della verità va oltre ciò che le parole usate contengono. Tocca una realtà significata da quelle parole, che ancora rimane sconosciuta'. È nella notte oscura dell’ignoranza ', scrive, 'che arriviamo ad essere più vicini a Dio in questa vita' (in I Sentenze 8,1,1).

Per Tommaso, ‘sapienza’ significa sapere che noi non conosciamo Dio. Siamo viatores o viaggiatori che vivono in una tensione verso ciò che è e non è ancora nostro. Viviamo quindi di speranza, una virtù il cui atto caratteristico è la preghiera, che Tommaso descrive come 'l'interprete del desiderio'. La preghiera è la lotta della mente e la bocca per trovare le parole per ciò che il cuore desidera.

Tommaso usa la parola ‘carità’ per significare l'amicizia con Dio. Non più semplicemente creature o servi, noi siamo stabiliti in amicizia con Dio per mezzo di Gesù Cristo (Giovanni 15,15) in modo che diventiamo partner di Dio e collaboratori nella cura del mondo e nella guida del suo progresso. È in questa amicizia di carità che si comincia già a sperimentare la beatitudo mentre siamo portati a partecipare alla natura di Dio che è amore.

Cristo ha conquistato questo dono per noi attraverso la sua passione e i sacramenti sono i frutti della sua passione. Adattano il dono della vita divina o grazia al tipo di creature che siamo: linguistiche, gestuali, sociali, politico, fisiche, che celebrano dei riti e storiche. Sappiamo da quanti hanno testimoniato sul suo modo di vivere che la vita spirituale personale di Tommaso è stata incentrata sulla celebrazione dell'Eucaristia. La sua devozione all'Eucaristia si può anche vedere nella poesia che ha composto per accompagnare le liturgie del Corpus Domini. Dopo essersi confessato e aver celebrato l'Eucaristia, trascorreva poi la sua giornata a studiare la Parola di Dio, cercando di penetrare e di esporre la verità della sapienza in una vita teologale intensa e creativa.

Nella sua vita di Gesù, Tommaso lo descrive come un insegnante errante la cui missione era quella di servire la verità in una vita di povertà, preghiera e di predicazione. Tommaso ha cercato di imitare questo modo di vivere, dedicandosi senza riserve e senza ambizione al ministero di studio e di insegnamento. Alcune parti del clero secolare hanno reagito con forza alla nascita degli ordini mendicanti e hanno cercato di impedire il loro modo di vivere. Tommaso ha scritto un certo numero di opere in difesa della nuova forma di vita religiosa. Al centro della vita del frate, ha detto, è l'obbedienza, il più alto esercizio della libertà umana nel momento in cui una persona si affida totalmente a Dio e al progetto di Dio per il mondo. Egli ha sostenuto che questo era un modo valido di sequela di Cristo, il cui amore e la cui obbedienza sono la salvezza del mondo. 

La spiritualità tomista, almeno come la vediamo in Tommaso stesso, unisce la dedizione intellettuale e la disciplina con una relativamente semplice vita di preghiera e pratica liturgica. Il 6 dicembre 1273, festa di San Nicola, Tommaso ha avuto un’esperienza durante l'Eucaristia che lo ha portato ad abbandonare la scrittura. Aveva spesso citato un detto di Pseudo-Dionigi, secondo il quale la ricerca di Dio non comporta solo conoscere le cose divine, ma viverle, letteralmente 'soffrirle' (non solum discens sed et patiens divina). Questo detto è diventato realtà per lui in quel giorno. Aveva dato la sua vita alla contemplazione, cioè allo studio della Parola di Dio. Ora, a quanto pare, fu condotto in quel luogo di silenzio, di cui la tradizione mistica cristiana aveva sempre parlato, in quelle nebbie entro le quali - come Tommaso ben sapeva - si dice che Dio abiti.

Altre letture:
Thomas F.O’Meara, Thomas Aquinas Theologian, University of Notre Dame Press: Notre Dame, Indiana and London, 1997
William H.Principe, Thomas Aquinas’ Spirituality, Pontifical Institute of Medieval Studies, 1984
J.-P.Torrell, Saint Thomas Aquinas: Spiritual Master (translated from the French by Robert Royal), Catholic University of America Press, Washington DC, 2003
Simon Tugwell, Albert and Thomas, The Classics of Western Spirituality, Paulist Press, 1988
James A.Weisheipl, Friar Thomas d’Aquino: His life, thought, and works Oxford, Blackwells, 1974 (second edition Washington DC, 1983)
A.N.Williams, The Ground of Union: Deification in Aquinas and Palamas, Oxford University Press, 1999

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