Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 21 gennaio 2018

PRONTI A LASCIARE TUTTO PER SEGUIRLO?

III Domenica B


Come Matteo e Giovanni, Marco ci dice che l'arresto di Giovanni il Battista è il segnale dell'inizio del ministero pubblico di Gesù. Egli è stato attivo prima di questo avvenimento come una sorta di discepolo di Giovanni (o così sembrerebbe dall'esterno), ma una volta che viene a sapere dell'arresto di Giovanni, le cose cambiano rapidamente e radicalmente: si ritira dalla Giudea in Galilea, e inizia la propria opera di predicazione, guarigione ed esorcismi.

C'è un forte contrasto nel vangelo di Marco tra la predicazione del Battista e la predicazione di Gesù. Giovanni ha predicato un battesimo di penitenza per il perdono dei peccati. Gesù predica il vangelo di Dio, il compimento del tempo e l'imminenza del regno di Dio. È tempo di pentirsi e di credere nel Vangelo.

Ciò che è successo tra la predicazione di Giovanni e la predicazione di Gesù è il battesimo di Gesù e le sue tentazioni nel deserto, entrambi gli avvenimenti descritti brevemente ma profondamente da Marco. L'apertura dei cieli nel battesimo è la risposta a un'antica preghiera di Israele che domandava a Dio di aprire i cieli, di intervenire, di visitare il suo popolo, di scendere, di salvarli. Marco ci dice che questa preghiera di Israele viene esaudita nel momento del battesimo di Gesù: lo Spirito arriva dai cieli aperti per ungere Gesù mentre le parole del Padre, che accompagnano l'unzione dello Spirito, lo riconoscono come il Figlio amato di cui il Padre è compiaciuto.

Gesù è ora stabilito nella sua identità. Ciò accade al livello della sua natura divina (se possiamo dirla così) nel suo battesimo. E succede a livello della sua natura umana nelle tentazioni nel deserto. Lì, come lo descrive Marco, il Figlio di Dio (Mc 1,1) è il centro della creazione, tentato dal diavolo come Adamo ed Eva, è con le bestie feroci in sintonia con le profezie predette riguardo al bambino che avrebbe guidato il popolo nel regno, e gli angeli lo avrebbero servito come era stato promesso riguardo il prescelto da Dio nei salmi.

Di qui l'enorme differenza tra la predicazione del Battista - una chiamata al pentimento e ad una sua simbolica attuazione nel battesimo - e la predicazione di Gesù - che porta il vangelo di Dio, annuncia che il tempo è compiuto, afferma che il regno di Dio è vicino. C'è una logica razionale completamente nuova riguardo il pentimento, un livello del tutto nuovo di vita spirituale, non solo per cercare di mettere ordine e fare chiarezza in noi stessi, ma per "credere", per aprirci all'approccio con Dio, per essere pronti, come i primi discepoli, a rispondere alla sua chiamata e, se necessario, lasciare tutto ciò che abbiamo conosciuto fino ad ora per seguirlo nel suo regno.

Vediamo che quest'opera di trasformazione dello Spirito che accompagnava la predicazione di Giona accompagna anche la predicazione del Battista e poi di Gesù. I tentativi di Giona di evitare la missione a cui è stato chiamato, alla fine, vengono frustrati ed egli, pur continuando a lamentarsi, intraprende il compito apparentemente impossibile di richiamare un'immensa città al pentimento. Ma, passato un solo giorno nel compiere quest'opera, scopre che tutti si pentono, incluso Dio che, ci viene detto, "si pente del male che aveva minacciato di fare loro". Possiamo immaginare Giona e Giovanni Battista, entrambi mentre dicono "siamo servi inutili, abbiamo fatto solo ciò che era nostro dovere fare". In altre parole, hanno permesso a se stessi e alle loro vite di essere strumenti del progetto di Dio sugli altri. Lo stesso accade a Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni: anche loro permettono allo Spirito di operare fortemente in loro in modo che possano lasciare tutto per seguire Gesù.

"Passa la figura di questo mondo": così San Paolo nella seconda lettura di oggi. Questa trasformazione avviene attraverso l'opera di Gesù che entra nella prima creazione per stabilire in essa i semi della nuova creazione. È già sottinteso nelle vite di Giona e di Giovanni il Battista. Succederà in modo decisivo nella vita degli apostoli. In tutti i casi, lo schema è lo stesso: il Padre parla, lo Spirito unge e il Verbo si fa carne nelle vite di tutti coloro che ascoltano e ricevono questa unzione. Tutti coloro che sono stati battezzati sono chiamati a questo: a vedere tutto in una luce nuova, a sperimentare una nuova libertà, a contribuire all'opera di costruzione della civiltà dell'amore. Viviamo nel tempo dell'adempimento e siamo chiamati a costruire il regno in tutti i modi possibili.

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