I SETTIMANA DI QUARESIMA - GIOVEDI
Ester è nota per la sua bellezza e per il suo coraggio.
Quando sentiamo di lei per la prima volta, ci viene detto che a differenza di
tutte le giovani donne nel regno, ella attira lo sguardo del re. Ha 'trovato
grazia ai suoi occhi': in altre parole, fu lei la sola che egli notò di tutte
le candidate che avrebbero voluto essere le sue consorti. Doveva essere una
donna di eccezionale bellezza.
La lettura della sua storia ci suggerisce che fu anche una
donna di eccezionale coraggio. Sappiamo che l'amore perfetto scaccia il timore,
ma sappiamo anche che il nostro amore non è mai perfetto. Quindi, qualche paura
rimane. E ci può essere anche una paura accentuata nella relazione con coloro
che amiamo, di deluderli, di offenderli, di ferirli. Un grande amore è
compatibile quindi con una grande paura, non con il timore servile ed
egocentrico di punizione che viene scacciato dall’amore, ma con il tipo di
paura che sperimentiamo alla presenza di grande bellezza, di vera santità, di bontà
innegabile. Una paura che è una sorta di timore reverenziale.
Il coraggio non è una virtù che rimuove la paura, ma una
virtù che ci permette di fare ciò che è giusto, nonostante la paura. Rimaniamo
nella paura anche nel momento in cui ci comportiamo con coraggio. E vediamo
questo nella potenza della preghiera di Ester, una parte della quale viene letta
come prima lettura di oggi. Lei non ha tanta paura di Dio, come ne ha di suo
marito: ha bisogno di prendere in mano la propria vita, di rischiare la sua
ira, se intercede per il popolo.
Ma lo fa, le sono date le parole con cui pregare. 'Liberaci
dalla mano dei nostri nemici', dice, 'volgi il nostro lutto in gioia e le
nostre sofferenze in salvezza'. Liberaci dal male.
Gesù ci incoraggia ad avere lo stesso atteggiamento di
fiducia e di confidare nel Padre. Dovremmo rivolgerci a lui nella preghiera,
anche quando abbiamo paura e apprensione, quando ciò può sembrarci terribile e minaccioso.
Chiedi, cerca, bussa. Se non è possibile trovare le parole usa le parole di
Ester, o le parole di Giobbe, o le parole dei Salmi, soprattutto le parole che
Gesù ci ha insegnato. Parlano tutti già delle cose per le quali vogliamo
pregare.
Dovremmo praticare la preghiera e questo è l'unico modo per
imparare. Siamo già più di una settimana in Quaresima ed è uno degli scopi principali
di questo tempo il tornare alla preghiera, il farlo più regolarmente, il dare
più tempo ed energia a questo. Possiamo aver bisogno di coraggio in un primo
momento, se ci sentiamo oppressi dai nostri peccati, delusi per lo stato della
nostra anima. Possiamo aver bisogno di andare a confessarci per sollevarci da
questa schiavitù e bandire questa delusione. Allora, potremo pregare di nuovo con
coraggio.
E bisogna ricordare il nostro prossimo nelle nostre
preghiere. Gesù non permetterà che ci rifugiamo in una vita spirituale
egocentrica, in un’egocentrica ricerca di 'santità'. ' Tutto quanto volete che gli uomini
facciano a voi, anche voi fatelo a loro’, dice il Vangelo di oggi. 'Rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori', dice il Padre
nostro. Il suo amore per il suo popolo dà ad Ester il coraggio di parlare, in
primo luogo a Dio, e poi al re. Quando anche noi saremo toccati dal grande
bisogno degli altri troveremo facile pregare, le parole verranno. Troveremo
anche il coraggio non solo di parlare con Dio, ma di affrontare qualunque
bisogno umano da cui ci sentiremo interpellati.
Nessun commento:
Posta un commento