Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 13 aprile 2020

LUNEDI FRA L'OTTAVA DI PASQUA

Letture: Atti degli Apostoli 2:14,22-33 ; Salmo 15 (16); Matteo 28:8-15


Il domenicano inglese Cornelius Ernst ha pubblicato un articolo intitolato "How to See an Angel". In parte, diceva, perché è un titolo divertente, ma anche per parlare di quelle che lui chiamava le "condizioni soggettive" per parlare di angeli. Possiamo fare qualcosa di simile nella settimana di Pasqua, pensare a "come vedere il Signore risorto". Quali sono le "condizioni soggettive" per una tale esperienza? O anche per parlare con una mente aperta di una tale esperienza?


È un angelo particolare che ci fa venire in mente questo, quello che abbiamo incontrato nella lettura del Vangelo nella Veglia Pasquale, che è apparso all'alba del primo giorno della settimana, è stato accompagnato da un terremoto, ha fatto rotolare indietro la pietra dall'ingresso al sepolcro e ci si è seduto sopra (Matteo 28:2). Due gruppi di persone videro questo angelo, Maria Maddalena e l'altra Maria che era con lei, e le guardie. Ma l'esperienza dei due gruppi fu molto diversa.

Alle donne si rivolse l'angelo che disse loro che Gesù era risorto, che dovevano andare rapidamente a dirlo ai discepoli e che si sarebbero incontrate tutte in Galilea. I soldati invece tremavano di paura e diventavano come uomini morti. Le donne se ne andarono "impaurite ma felicissime" - una frase che coglie bene quelle che possiamo immaginare essere state le "condizioni soggettive" dei discepoli nei primi giorni dopo la risurrezione di Gesù. I soldati nel frattempo andavano dai capi dei sacerdoti per raccontare loro "tutto quello che era successo".

È una frase interessante. Pensateci. Tutto quello che era successo non significa solo l'arrivo delle donne, ma anche un angelo che sembra un fulmine, un terremoto, la pietra rotolata all'indietro e l'angelo seduto su di essa. Pensate poi alla totale mancanza di interesse da parte dei capi dei sacerdoti per tutto quello che era successo. Erano, presumibilmente, sadducei, non credendo né agli angeli né alla resurrezione. Così una massiccia pietra dottrinale e ideologica ha bloccato il loro accesso a ciò che questo poteva significare. Ai loro occhi nulla di tutto ciò sarebbe potuto accadere, come raccontano le guardie. Non battono ciglio, quindi, nel proporre una soluzione politica, per pagare le guardie e promuovere quella che è in fondo la più ovvia spiegazione riduzionista della scomparsa del corpo di Cristo: i suoi discepoli sono venuti e l'hanno preso mentre le guardie dormivano. (Dimenticate che sono come i morti alla presenza dell'angelo).

Intanto un'altra mente sta considerando queste cose. Tutto ciò che è accaduto è "per il piano stabilito e la prescienza di Dio", che ha permesso che Gesù venisse ucciso, ma che ora lo ha liberato dalle pene della morte (At 2,23, prima lettura oggi). È un altro, e il più penetrante, modo di vedere le cose, in cui chi viene a credere può condividere, una trasformazione delle condizioni soggettive per vedere il Signore risorto provocata dall'effusione dello Spirito Santo. Vediamo come questa trasformazione funziona nella predicazione di Pietro raccontata nella prima lettura di oggi.

Che cosa ha a che fare tutto questo con me e con voi? Diverse condizioni soggettive sono ovviamente possibili, alcune delle quali facilitano l'incontro con il Signore risorto, altre lo rendono difficile o addirittura impossibile. Quella dei sommi sacerdoti e degli anziani chiude completamente le cose: la notizia comporta un cambiamento troppo radicale per loro (e forse anche una perdita di potere). Le donne sono tra la paura e la gioia, condizione che le lascia aperte all'incontro con il Signore risorto. Forse, però, siamo come le guardie, non particolarmente impegnate in un modo o nell'altro, da qualche parte spiritualmente tra l'essere addormentate e l'essere mezze morte.

Infine ci sono le condizioni soggettive del cuore e della mente di Dio, se possiamo parlare così. Lo Spirito Santo deve essere versato da Gesù, risorto ed esaltato alla destra del Padre (At 2,33). Le condizioni soggettive della Santissima Trinità sono dunque che il Padre attende (e vuole) di effondere la vita e l'amore che sgorgano ora da Gesù Cristo per mezzo dello Spirito Santo. Passeremo le prossime sette settimane a meditare su queste condizioni, venendo a vedere qualcosa di questa realtà.

Che Dio invii un angelo per rimuovere tutto ciò che ci blocca l'accesso a quella Vita e a quell'Amore: qualsiasi paura, o indifferenza, o stanchezza, o resistenza ci impedirebbe di vedere il Signore risorto. Vivere con la sua Vita e amare con il suo Amore è ciò che significa incontrare il Signore Risorto. Significa farci rimuovere le nostre paure e risolvere i nostri dubbi. Significa vivere nella pienezza della gioia.

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