Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 1 aprile 2017

L'AMORE SEGUE LA MORTE

V SETTIMANA QUARESIMA - DOMENICA ANNO A

Nella chiesa di San Francesco ad Arezzo c’è il meraviglioso ciclo di affreschi di Piero della Francesca che illustra la leggenda della Vera Croce. Una parte di questa leggenda è che la croce di Gesù è stata eretta nello stesso luogo in cui Adamo, il primo uomo, era stato sepolto. Una delle scene rappresentate negli affreschi è la morte di Adamo, un quadro fortemente toccante. In piedi attorno al morente sono i membri della sua famiglia, tra cui Eva, sua partner fin dall'inizio. Continuano a vegliare, come tutte le famiglie fanno, prima o poi, vegliando su chi sta morendo e dando piena attenzione a ciò che sta attraversando e a ciò che potrebbe dire prima di lasciarli.
La differenza qui è che questa è la prima morte naturale di un essere umano. Abele era stato ucciso da Caino, ma lì c’era qualcosa di diverso. Nel guardare la morte di Adamo la sua famiglia è testimone, per la prima volta, di tutte le conseguenze del peccato, della fine della vita umana così come noi la conosciamo. Di fronte alla morte, che è sia naturale per un animale della nostra specie che innaturale per un essere con le capacità che noi abbiamo, la famiglia di Adamo è la prima ad essere costernata, perplessa e rassegnata di fronte al più inevitabile degli eventi. Essi spianano la strada a tutti gli esseri umani che sono seguiti dopo di loro e che hanno affrontato le stesse domande: la morte è così definitiva e così innegabile, ma che cos'è?
Sappiamo che la morte significa la fine della vita, di esperienze, di possibilità, di comunicazione, di presenza. A volte la sofferenza che l’ha preceduta è stata così profonda e intensa che la venuta della morte è una 'felice liberazione'. In tali circostanze, siamo più consapevoli della fine della sofferenza che di qualsiasi altro aspetto. Spesso, però, la morte ha un carattere tragico. Arriva troppo presto, arriva troppo dolorosamente, non è rispettosa delle persone, dà un taglio a tutti gli impegni, le relazioni e gli obblighi, fa sparire le persone bruscamente senza lasciare il tempo per addii, devasta le famiglie e gli amanti, genitori e figli, amici e ammiratori. Lascia il cuore dolorante, il posto vuoto, un senso di perdita senza speranza di riempimento, un silenzio senza pietà.
Riuniti presso la tomba di Lazzaro, stanno un'altra famiglia e un altro gruppo di amici. Le principali persone in lutto sono Marta e Maria, le sorelle del morto. Arrivano degli amici, tra cui Gesù di Nazareth, ma arriva troppo tardi. 'Se tu fossi stato qui', Marta gli dice, Lazzaro non sarebbe morto. Gesù avrebbe potuto guarirlo e preservarlo dalla morte. Invece, un segno più grande sta per essere dato, non la guarigione di un uomo dalla malattia, ma la rimessa in vigore di un uomo per la vita.
Paolo descrive Gesù come il Secondo Adamo o l'ultimo Adamo, e qui egli mostra un segno che manifesta che l’opera che è venuto a compiere è la più radicale possibile, un’opera che completa e trascende ciò che il primo Adamo aveva causato. Il modo in cui il mondo è stato strutturato fino ad oggi, in particolare il rapporto tra il peccato e la morte, questo sta per essere del tutto perduto. Il modo in cui l'intenzione originale di Dio era stata disturbata sta per essere superato e una nuova realtà, una nuova vita, una nuova creazione devono essere inaugurate.
Gesù è pienamente presente nell'esperienza umana di quella morte che è una conseguenza del peccato. Egli diventa visibilmente turbato e piange per il suo amico Lazzaro. E lo richiama dalla tomba, dice alle persone in lutto di liberarlo dallo stretto sudario, e di lasciarlo vivere di nuovo liberamente.
L'amore segue la morte. Sta con coloro che sono morti e continua a custodirli anche mentre i loro corpi si stanno corrompendo nella terra. Insieme alla fede, l'amore ora si fonda su una straordinaria speranza, arrivando oltre la morte fino a raggiungere il Signore della Vita. Quello che è successo a Lazzaro non è ancora la resurrezione, ma solo un segno di ciò che stava per accadere nella tomba di Gesù.
Lazzaro è tornato in vita, non è risorto a nuova vita.  È slegato, liberato e restituito al suo popolo. Nella resurrezione di Lazzaro la morte è vinta momentaneamente. Ma nella risurrezione di Gesù la morte è vinta definitivamente. Allora non ci sarà nessun corpo terreno che emerge dalla tomba, ci sarà solo la tomba vuota. Allora non ci sarà nessuna persona resuscitata che necessiti di aiuto per essere slegata e per vivere di nuovo, perché gli abiti da morto saranno messi da parte e la comparsa del nuovo corpo sarà gloriosa. Non ci sarà poi nessun ritorno alla vita come era prima, perché i nuovi cieli e la nuova terra avranno cominciato ad essere creati.
Lazzaro non era la risurrezione, ma testimonia la resurrezione. Gesù è la risurrezione e la vita, e chiunque crede in lui non morirà, ma avrà la vita eterna. L'amore segue la morte e continua a custodire il morto. Quando gli amanti coinvolti sono il Padre Eterno e il suo unico Figlio, allora il Padre, seguendo Lui nella morte, non permette che il suo corpo veda la corruzione, ma lo solleva dalla morte, per non vivere di nuovo questa vita naturale con le sue strutture spietate di peccato e morte, ma per vivere nella gloria della vita risorta, nella nuova creazione introdotta dentro l’esistenza per mezzo dello Spirito Santo.
Dall'affresco di Piero della Francesca sulla morte di Adamo, ad Arezzo, possiamo ora volgerci a contemplare il suo più famoso quadro della risurrezione di Gesù a San Sepolcro, un dipinto complementare a quello di Arezzo, ma in modo molto più potente, molto più sconvolgente, perché sta a significare la fine di questo mondo e l'inizio di una nuova creazione.

Nessun commento:

Posta un commento