MERCOLEDI DELLE CENERI
La quaresima è meglio conosciuta come un tempo di digiuno, in cui la gente 'rinuncia a qualcosa'. Il punto del digiuno può, tuttavia, essere facilmente perso di vista. Un anno rinunciai al cioccolato, ma decisi che avevo ancora diritto alla mia parte di qualsiasi cioccolato arrivasse dopo. La Domenica di Pasqua ebbi un cassetto pieno di cioccolato che ha ricevuto una settimana di auto-indulgenza in onore della risurrezione del Signore. La lettera della Quaresima può essere stata osservata in un certo senso, ma non c'era alcun segno, lì, del suo spirito.
L’astensione dalle cose buone della vita - cibo, bevande, intrattenimento - non è un fine in sé. Per il cristiano lo scopo di questa astinenza è di aiutare concentrare la mente e il cuore su cose più importanti: la fede, la preghiera, le necessità del prossimo, il posto di Gesù Cristo nella nostra vita. Ho incontrato spesso persone che si preparavano a correre la maratona di Londra. Richiede una formazione scrupolosa e la rinuncia ad alcuni piaceri in modo da essere pronti per la sfida. Il digiuno e altre discipline spirituali sono come la preparazione di un atleta per una gara. Stiamo cercando di metterci in forma, per diventare in forma come credenti, per prepararci spiritualmente alla celebrazione della Pasqua e per un rinnovamento della vita cristiana.
Oltre al digiuno, ci sono altre due classiche opere quaresimali, la preghiera e l'elemosina. Che sono più positive del digiuno. Esse si occupano di un altro (Dio) o degli altri (i poveri) ed è possibile che esse siano le più difficili tra le pratiche quaresimali.
La preghiera è raramente un compito facile. È difficile sapere se si tratta di qualcosa che facciamo o qualcosa che permettiamo che accada, qualcosa che Dio fa dentro di noi. Suppongo che sia tutte e due le cose. La preghiera è il nostro tentativo di rimanere in contatto cosciente con Dio, per aprire le nostre menti e i cuori alla saggezza e all'amore di Dio. Significa anche ricevere i doni di Dio portando noi stessi alla presenza di Dio, e permettendo a Dio di operare attraverso di noi e di trasformare la nostra vita, per realizzare i cambiamenti che desideriamo.
La riga che costituisce il titolo di questa omelia è tratta dalla poesia di Robert Herrick, “To Keep a True Lent”, “Osservare una Vera Quaresima”. La poesia si ispira al grande passo di Isaia 58, 'È forse questo il digiuno di cui mi compiaccio, il giorno in cui l'uomo si umilia? Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi, che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo?'
Il vero digiuno, dice il profeta, non è una sorta di prova di resistenza per il corpo umano di cui ci potremmo, quindi, vantare, ma un digiuno dal peccato, dall’ingiustizia, dalla corruzione e dall'inganno. Osservare davvero la Quaresima significa vivere bene la nostra religione e la vera religione per Isaia è molto pratica. Significa 'prendersi cura delle vedove e degli orfani nel loro bisogno'. Riconoscere l'ingiustizia, protestare contro di essa e sostenere le sue vittime, è un'altra opera quaresimale tradizionale.
Sono questi, allora, i compiti della Quaresima: il digiuno, la preghiera, l’elemosina. I quaranta giorni che noi osserviamo sono in memoria dei quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo da parte di Giovanni e prima del suo ministero pubblico. In quella occasione, egli è stato provato. La sua integrità e sincerità sono state sondate da Dio. Faceva davvero sul serio nella missione cui era stato chiamato? Amava il Padre con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la sua forza? Era, dal profondo del cuore, il servo che Israele desiderava, faceva sul serio nel servire pienamente Dio? La prova per Gesù, nel deserto, è stata quella di vedere se amava il Padre ed era pronto a servirlo in tutto e per tutto.
Allo stesso modo, noi siamo messi alla prova dalla vita. Attraverso la tentazione, conosciamo le nostre debolezze e i punti ciechi, la profondità dei nostri impegni e in quale misura siamo pronti a servire Dio. Durante la Quaresima è come se noi sollecitassimo consapevolmente questo tipo di prova, ci poniamo in prima linea, per così dire, nel sottoporre le nostre vite al controllo di Dio. Abbiamo l'esempio di Gesù che ci guida, ma abbiamo anche la sua compagnia e l'aiuto della sua grazia, mentre cerchiamo di tornare a Dio con tutto il cuore.
Nessun commento:
Posta un commento