Giovedì fra l'ottava di Pasqua
Pietro e Giovanni sono testimoni. Essi testimoniano gli eventi accaduti, la condanna e l'esecuzione di Gesù di cui tutti sono già a conoscenza, ma poi anche la sua risurrezione. Questo è il compito specifico dell'apostolo: essere testimone della risurrezione.
Questo li obbliga a diventare anche interpreti, maestri di un
nuovo modo di leggere le Scritture. La legge, i profeti, i salmi, la promessa
ad Abramo, l'alleanza con Mosè, l'insegnamento dei profeti da Samuele in poi
... tutto deve essere riesaminato alla luce di ciò che è successo. Abbiamo
familiarità con l'idea che la vita e il ministero di Gesù assumono un nuovo
significato quando li leggiamo alla luce della risurrezione. Ciò che gli
apostoli ci insegnano è che tutta la storia dei rapporti di Dio con la gente
assume un nuovo significato quando viene riletta alla luce della risurrezione.
Proprio come c'è continuità e discontinuità nell'esperienza
dei discepoli del Risorto, c'è continuità e discontinuità nella comprensione
della storia di Israele. Talvolta lo riconobbero e lui era per loro una persona
familiare. In altre occasioni non riuscivano a riconoscerlo o addirittura li riempiva di paura e di inquietudine. Le antiche promesse fatte a Israele: sono
realizzate o soppiantate nella risurrezione di Gesù? Ciò che è accaduto ha una
continuità con quello che era successo prima o no? A questa domanda dobbiamo
rispondere "entrambe le cose": c'è continuità nel compimento delle
promesse, c'è discontinuità nel modo radicalmente inatteso in cui sono state
realizzate.
Possiamo fare un passo ulteriore e dire che anche la vita
della Chiesa e ogni vita vissuta alla luce di questa fede saranno
caratterizzate dalla continuità e dalla discontinuità. A volte le cose si
svolgeranno nei modi in cui ci aspettiamo a partire da ciò che abbiamo già
sperimentato dei modi di agire di Dio con noi. Ma a volte le cose si svolgeranno in modi
che non ci aspetteremmo o non sospetteremmo. Non c'è fine all'inventiva del
"Dio delle sorprese" che è sempre creativo ed è anche sempre fedele.
Significa che la risurrezione non è semplicemente una
questione di lasciare ciò che è “qui” per essere "lì", ma è una
trasformazione di ciò che è “qui”, questo corpo, queste relazioni, questo
comportamento, qui e ora. Non è solo una questione di aspettare qualche
illuminazione futura, ma di nuovo significato, nuova luce, nuove possibilità per
dove siamo ora e per chi siamo. Si tratta di ripensare il nostro passato,
leggendolo alla luce della risurrezione, per vivere una nuova vita ora e in
futuro.
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