Letture: Genesi 17,3-9; Salmo 105; Giovanni 8,51-59
Nella prima lettura Dio sembra un amante entusiasta, che implora il suo vestito con colui che desidera sia con lui. Viviamo insieme, io e te, qui in questo luogo. Saremo fecondi e per molte generazioni e potremo fare la nostra casa insieme qui. Sarà meraviglioso e saremo felici insieme”. Alla fine della lettura, quasi come un ripensamento, aggiunge “naturalmente anche voi dovete mantenere l'alleanza”.
Ricorda i commenti di Papa Francesco nei primi giorni del suo pontificato, secondo cui ci stancheremo di chiedere misericordia prima che Dio si stanchi di mostrare misericordia. Dio sembra più impegnato e più coinvolto nel lavoro di stabilire questa alleanza di quanto non lo siano gli esseri umani che devono essere i partner della relazione.
Abramo ci ricorda sempre l'alleanza e la fede necessaria per essere fedeli all'accordo che Dio ha stipulato con il suo popolo. Abramo compare nella discussione tra Gesù e gli ebrei nella lettura del Vangelo di oggi. Adamo, Noè, Abramo, Mosè, Davide, Gesù: ci sono questi punti alti che segnano il cammino dell'alleanza attraverso i secoli e le pagine della Bibbia. Ogni momento in cui l'alleanza viene sancita e rinnovata implica un maggiore coinvolgimento di Dio con il popolo, un suo avvicinamento, una partecipazione sempre più intima alla sua vita. E ogni momento di questo tipo obbliga Dio, per così dire, a rivelare di più su se stesso.
Quando Gesù dice “prima che Abramo fosse, io sono”, sta chiaramente facendo l'affermazione più esplicita sulla sua missione di Messia e sulla sua natura di Figlio di Dio. Egli usa il nome divino per parlare di sé, il che spiega la feroce reazione dei suoi uditori. Poiché egli è “Io sono”, è il cuore e il fondamento dell'alleanza stabilita con Abramo. È il pretendente che cerca di entrare in relazione con la sua amata, che sta alla base dell'alleanza, “prima” di essa, l'Unico.
Crediamo che l'alleanza stabilita in Gesù sia quella finale e definitiva, la nuova ed eterna alleanza. Dio non avrebbe potuto essere più coinvolto nella vita e nella storia del suo popolo di quanto lo sia stato in Gesù. E Dio non può rivelare di sé più di quanto abbia fatto aprendoci il suo cuore nel mistero pasquale di Gesù.
Siamo chiamati ad essere partecipi di questa storia, interlocutori di Dio nel dispiegarsi della sua relazione con gli esseri umani. È una storia le cui origini si perdono nella notte dei tempi - prima che Abramo fosse - ma è una storia stabilita nel momento eterno presente - Io sono. Chiunque mantenga questa parola, la promessa dell'alleanza, non assaggerà mai la morte perché, come diceva il filosofo francese Gabriel Marcel, dire “ti amo” significa dire “non morirai”. E Dio ci dice: “Ti amo” e voglio stabilire con te un patto eterno.