Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

giovedì 16 aprile 2020

GIOVEDI FRA L'OTTAVA DI PASQUA

Letture: Atti degli Apostoli 3:11-26; Salmo 8; Luca 24:35-48

Tutto è fatto nuovo nella risurrezione di Gesù, eppure tutto avviene in continuità con quanto era stato rivelato prima. Questo compimento (pleroma) delle antiche profezie è un tema centrale in entrambe le letture della Messa di oggi.

Pietro nella sua omelia alla folla, eccitato dalla guarigione dello storpio, risale fino ad Abramo e Mosè e si riferisce a Samuele e ai profeti che sono venuti dopo di lui. Ciò che è accaduto è stato, a un certo livello, il risultato dell'ignoranza umana: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Su un altro livello, come abbiamo già visto questa settimana, è tutto all'interno della preveggenza e dell'intenzione deliberata di Dio. Gli esseri umani hanno crocifisso l'Autore della Vita, il Signore della Gloria, non sapendo cosa stavano facendo, ma anche questo è contenuto in ciò che era stato previsto.

Che il Cristo avrebbe sofferto è stato il primo grande ostacolo e quindi una parte centrale dell'annuncio iniziale della risurrezione è stata quella di mostrare che questa sofferenza era "necessaria". Necessaria in questo contesto biblico significa prevista, anticipata, qualcosa che era già contenuta in ciò che era scritto. Che doveva essere così significa che è conforme alle Scritture che, come Parola di Dio, rivelano la mente e l'intenzione di Dio. Tenete d'occhio quanto spesso questa frase, "secondo le Scritture", apparirà nelle prossime settimane. Noi l'abbiamo persino inserito nel nostro Credo e la proclamiamo ogni domenica: "è risorto il terzo giorno secondo le Scritture".

Il termine adempimento (pleroma) appare di nuovo nella lettura del Vangelo. Ora è Gesù che spiega le cose ai discepoli a Gerusalemme. È quello che vi ho detto quando ero ancora con voi, egli dice, bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me. Il termine rabbinico TaNaKh è venuto a riferirsi al contenuto della Bibbia ebraica: Torah, la legge, Nevi'im, i profeti e Ketuvim, gli scritti. Mentre Gesù non usa questo termine si riferisce a quello stesso contenuto: la Legge, i Profeti, i Salmi: tutto ciò che è scritto in tutte le parti delle Scritture deve essere adempiuto.

Tutte le cose sono fatte nuove nella risurrezione di Gesù, eppure tutto avviene in continuità con ciò che era già stato scritto. Quindi il primo compito di Gesù è quello di aprire la loro mente per comprendere le Scritture. E ci sono molte cose da capire. Una è la necessità della Sua passione e la necessità della croce. Un altro è il fatto della Sua risurrezione dai morti. E ora c'è la nuova e continua realtà che inserisce anche la loro vita in questa realizzazione del piano di Dio: la conversione e il perdono dei peccati devono essere predicati nel suo nome a tutti i popoli a partire da Gerusalemme. Gli apostoli e i discepoli sono i testimoni di queste cose. Perciò ora devono essere anche i predicatori di questa notizia e i maestri dello stile di vita a cui essa chiama le persone.

E così questa storia e questa chiamata vengono anche a noi, la comunità dei discepoli di Gesù nel mondo di oggi. Noi siamo, nel nostro tempo e nel nostro luogo, i testimoni di queste cose e i predicatori di questo messaggio. Abbiamo bisogno che Gesù continui ad aprire la nostra mente per comprendere le Scritture. E abbiamo bisogno della promessa di Suo Padre, lo Spirito Santo, di rivestirci del potere necessario per continuare la Sua missione: per darci fede e comprensione, conversione e perdono dei peccati, speranza e coraggio.

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