Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 6 luglio 2024

Settimana 13 Sabato (Anno 2)

Letture: Amos 9,11-15; Salmo 85; Matteo 9,14-17

San Giovanni della Croce dice che un uccello tenuto da un minimo filo è ancora un uccello tenuto. Solo quando le cose sono state completamente purificate e si è arrivati a un completo distacco, siamo finalmente liberi di servire il Signore, di amare, nel modo in cui crediamo che Dio voglia che siamo liberi di amare.

Le letture di oggi parlano della situazione che ci è più familiare: da una parte essere trattenuti dal peccato e da altre cose che ci appesantiscono, mentre dall'altra desiderare un luogo e un ambiente in cui poter davvero sbocciare, essere davvero liberi e fluenti nel nostro amore per Dio e per gli altri.

Così Amos dipinge un bellissimo quadro di restaurazione, quando le città di Giuda e Israele saranno restaurate e il popolo entrerà nella prosperità e nella pace. L'aratore supererà il mietitore e le colline saranno piene di vino. La gente godrà dei frutti delle vigne e dei frutteti senza il timore di perdere di nuovo quella terra, senza la paura di essere strappati e portati in un luogo di esilio.

Saremo tentati di pensare a qualche periodo storico, o forse all'età escatologica alla fine dei tempi, come al luogo, al tempo, all'ambiente in cui potremo finalmente rilassarci nella prosperità e nella pace. Pensare di trovare tutto questo in un periodo storico o in un luogo geografico è molto pericoloso, ovviamente. Non ci si può fidare di una cosa del genere, perché inevitabilmente cominceremo a prendercela con i nostri vicini, a spadroneggiare su di loro, e il ciclo ricomincia da capo.

Gesù sembra parlare in modo simile nella lettura del Vangelo. C'è un tempo per il digiuno e un tempo per la festa. Il tempo della festa è quello in cui è presente lo Sposo. Il tempo del digiuno è quello in cui lo Sposo è assente. Questo ci dà un criterio più semplice e chiaro: la restaurazione, la prosperità, la pace si trovano tutte alla presenza dello Sposo. I tempi di difficoltà, divisione e conflitto caratterizzano l'assenza dello Sposo.

Il messaggio è chiaro: preparatevi a un rinnovamento radicale, a una riforma radicale, a spezzare finalmente l'ultimo filo che ci tiene nella terra della menzogna e dell'inganno. Prendiamo il volo - vino nuovo, otri nuovi, stoffa nuova, mantello nuovo, frutti in abbondanza e vino traboccante - verso la terra della verità e della sincerità. È la terra dove lo Spirito aleggia costantemente sulle acque del rinnovamento e della rinascita. Non è mai troppo tardi per questo ingresso nella libertà.

C'è una bellezza nostalgica nella poesia di Housman sulla terra dei contenuti perduti, dove un tempo siamo andati ma non possiamo tornare. Le letture di oggi parlano di una terra che si trova davanti a noi, una terra di grande contenuto che deve ancora essere assaggiata, dove non siamo ancora andati ma alla quale siamo invitati. Questa terra è chiamata "la presenza dello Sposo".

Nessun commento:

Posta un commento