Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 31 luglio 2024

Settimana 17 Mercoledì (Anno 2)

Letture: Geremia 15:10, 16-21; Salmo 59; Matteo 13:44-46

Queste brevissime parabole hanno qualcosa del carattere del koan. Nel buddismo zen il koan è un insegnamento filosofico o religioso, di solito una frase unica, che a prima vista risulta sconcertante, strano, forse addirittura assurdo. La saggezza racchiusa in questi brevi insegnamenti non si abbandona al pensiero ordinario, ma solo a un certo tipo di meditazione. Il significato evidente può risultare piuttosto superficiale rispetto a ciò che si impara masticando un po', magari a lungo, su di essi.

Una cosa sembra chiara: trovare queste parabole collegate nel mezzo del ministero pubblico di Gesù ci incoraggia a pensare che il regno dei cieli, che egli è venuto a predicare e a stabilire, è più prezioso di qualsiasi altra cosa possiamo immaginare. Questo sembra abbastanza semplice. Ma il tesoro che è il regno può essere trovato da persone diverse in modi diversi. Il tesoro nascosto nel campo sembra essere trovato per caso. Non ci viene detto che la persona che l'ha trovato fosse a caccia di un tesoro, ma solo che vi si è imbattuta per caso. Il mercante, invece, trovò la perla di gran prezzo nel corso del suo lavoro. Ci viene detto che stava cercando perle pregiate. Non esiste un modello unico per i modi in cui Dio viene trovato dalle persone.

O forse è più corretto dire che "non esiste un unico modello per i modi in cui Dio trova le persone". E se Dio fosse l'attore principale in ognuna di queste parabole? È l'uomo che trova il tesoro nascosto nel campo (ricordate la parabola del seminatore: forse sotto il terreno poco promettente Dio può ancora trovare un tesoro). È il mercante che ci cerca, ci vuole al meglio, per così dire, vedendo in noi un valore che noi stessi non vediamo.

Se pensiamo prima di tutto alla nostra ricerca - pensare prima di tutto a noi stessi ci viene così naturale - allora diamo per scontato che sappiamo come sarà il tesoro: sappiamo già cosa è prezioso e dobbiamo solo vederlo per riconoscerlo. Ma se nel corso della nostra vita ci rendessimo conto che il tesoro è al di là di noi - Dio è il nostro tesoro e noi non sappiamo cosa sia Dio. Dobbiamo ricevere il tesoro e dobbiamo essere preparati a riceverlo. Abbiamo bisogno di desiderare che ci venga dato - "mettete il vostro cuore nelle cose di lassù", "accumulatevi un tesoro nei cieli": come mai dovremmo conoscere ciò che è (come ci viene detto altrove) al di là dell'occhio, dell'orecchio e del cuore degli esseri umani?

La lettura di Geremia ci ricorda altri aspetti della caccia al tesoro, quando il tesoro in questione è Dio. Geremia deve percorrere la stessa strada del popolo in relazione a Dio, se vuole essere un predicatore autorevole per loro. Deve sapere di cosa sta parlando, il che significa che deve sapere anche cosa sta chiedendo loro, il tipo di conversione a cui le sue parole li stanno chiamando. È come se fosse diventato nemico di Dio (o Dio fosse diventato suo nemico), ma questo, in tanti modi diversi, è sempre un momento del cammino con Dio. Colui che rimane saldo in questo momento di prova è colui al quale poi il popolo si avvicinerà. Colui il cui desiderio è stato ricreato nel crogiolo dell'amore di Dio diventa una calamita per coloro che si sono persi nella loro ricerca. Quando gli hanno tirato addosso tutto quello che potevano, ma lui è ancora in piedi, allora vengono da lui, lo cercano.

Geremia è un tipo di Gesù, anticipando in molti modi le esperienze e le sofferenze di Gesù. Anticipa Gesù nel suo insegnamento sull'amore divino: "Io mi farò trovare da voi", "Vi ho amati di un amore eterno", "Vi ho attirati con bontà incrollabile". Ancora una volta non è chiaro: chi è il cercatore e chi è il trovato? Chi è colui che trova il tesoro nel campo? Chi è il mercante che trova finalmente una perla di grande prezzo? Siamo noi a trovare? O siamo noi a essere finalmente trovati?

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