Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 13 ottobre 2025

Settimana 28, lunedì (Anno 1)

Letture: Romani 1,1-7; Salmo 98; Luca 11,29-32

In cosa consiste il segno di Giona? Potremmo essere tentati di pensare che la risposta sia ovvia: il segno è rappresentato dai tre giorni trascorsi da Giona nel ventre della balena e dalla sua liberazione da essa.

Ma per Luca è la predicazione di Giona e il pentimento dei Niniviti il segno per coloro che ascoltano Gesù. La regina di Saba venne ad ascoltare la saggezza di Salomone e il popolo di Ninive ascoltò la predicazione di Giona. C'è qualcosa di più grande qui sia di Giona che di Salomone. Dovete quindi ascoltare lui, Gesù, vivere secondo la sua saggezza e rispondere alla sua chiamata al pentimento.

In Matteo, Gesù riporta la prima parte delle avventure di Giona e sottolinea i suoi tre giorni nel ventre del pesce. Questo è il segno di Giona, secondo Matteo, un presagio dei tre giorni che Gesù avrebbe trascorso da morto nella tomba. Il racconto di Matteo ci offre un'immagine più forte e siamo facilmente tentati di supporre che Luca implichi la stessa cosa. Ci sono poche immagini bibliche più potenti di quella di Giona nel ventre del grande pesce.

Ma per Luca è la predicazione di Giona e il pentimento del popolo a costituire il segno. E questo ci permette di notare qualcos'altro nell'esperienza di Giona a Ninive. Non solo il popolo si pente, ma anche Dio si pente del male che aveva detto di voler fare loro. Il pentimento di Dio dispiacque moltissimo a Giona, ci viene detto, ed egli si adirò.

Quando Gesù indirizza i suoi ascoltatori al segno di Giona, deve essere perché la misericordia divina mostrata lì è al primo posto nella sua mente. Dopotutto, egli è venuto per mostrarci il Padre. Il pentimento di Dio nel Libro di Giona anticipa molte delle parabole di Gesù in cui la giustizia di Dio diventa sconcertante perché assorbita dalla misericordia di Dio. Se proviamo un po' di rabbia nei confronti del figliol prodigo, o dei lavoratori dell'ultima ora che vengono pagati quanto quelli che hanno lavorato tutto il giorno, o al pensiero che le prostitute e altri peccatori pubblici entrino nel regno dei cieli prima di noi, allora siamo in compagnia di Giona e dobbiamo ripensare al segno di Giona.

Egli si sentiva usato da Dio. La sua missione era stata un successo completo, l'intera città si era pentita grazie alla sua predicazione, eppure egli era ancora arrabbiato. Questo è il segno di Giona. Nel chiamarci al pentimento, Dio ci chiede di diventare come Lui. Egli è sempre pronto ad essere misericordioso, a volgersi verso di noi. Come il padre nella storia del figliol prodigo, il primo segno di pentimento da parte del peccatore conquista l'attenzione e la misericordia di Dio. Infatti crediamo che non sarebbe nemmeno possibile senza la previa attenzione e misericordia di Dio.

A questo possiamo aggiungere oggi il segno di Paolo, visto nella prima lettura dalla sua lettera ai Romani. Egli ha ricevuto la grazia dell'apostolato e ora vive nell'obbedienza della fede. La sua famosa conversione è stata una risposta al fatto che Dio si è rivolto a lui, così come Dio si è rivolto ai Niniviti. Questo è ciò che viene chiesto a Giona: convertirsi al modo in cui Dio si prende cura del suo popolo. È ciò che viene chiesto anche a noi: custodire il segno di Giona, che Dio è sempre pronto ad accogliere con misericordia e amore coloro che si rivolgono a Lui.

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