Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 5 ottobre 2025

Settimana 27 Domenica (Anno C)

Letture: Abacuc 1,2-3; 2,2-4; Salmo 94(95); 2 Timoteo 1,6-8, 13-14; Luca 17,5-10

Una delle contraddizioni più evidenti nel Vangelo di Luca emerge proprio qui. Il Vangelo di oggi parla di servi che non devono aspettarsi nulla di speciale dal loro padrone, ma devono semplicemente fare il loro dovere, servendo i suoi bisogni anche se sono già stati impegnati tutto il giorno. Siamo indegni, devono dire, abbiamo solo fatto il nostro dovere facendo ciò che ci è stato comandato.

Cinque capitoli prima, tuttavia, ci viene presentata l'immagine di un padrone che serve i suoi servi, facendoli sedere a tavola e servendoli lui stesso: proprio la situazione che il Vangelo di oggi ci dice di non aspettarci. Anche questi servi, presumibilmente, hanno "solo fatto il loro dovere", sono stati fedeli nel loro servizio, vegliando e rimanendo svegli fino al suo ritorno da un banchetto di nozze.

Come dobbiamo interpretare i diversi contesti che danno origine a questa apparente contraddizione? È forse perché i servi indegni hanno solo fatto il loro dovere e non c'è nulla di "grazia" in ciò che fanno, nulla che vada oltre il loro dovere? Sono quindi come il giovane ricco che appare nei Vangeli, fedeli nell'osservare ciò che è comandato, ma senza la libertà che consentirebbe loro di vivere secondo la logica di Cristo? Perché la logica di Cristo è sempre la logica della grazia, della libertà, dell'amore e del dono, e quindi anche della sorpresa. È sorprendente pensare a un padrone che serve i suoi servi, e forse è perché sta tornando da un banchetto di nozze e quindi è probabilmente allegro e felice, un po' brillo, e quindi pronto a servirli? La benedizione del banchetto nuziale è contagiosa, per così dire, e si diffonde fino a includere questi servi. O è semplicemente perché sono ancora svegli, vigili nelle prime ore del mattino, pronti ad aspettare il padrone anche senza sapere quando tornerà: è questo che li spinge ad agire oltre il loro dovere?

Dobbiamo essere sempre pronti e il padrone che ci trova così ci tratterà con la gentilezza di cui leggiamo in Luca 12. Questo è il messaggio di quel passo. Essere quel tipo di servo - pronto, vigile, attento - significa vivere e lavorare secondo la logica di Cristo. La misura della nostra logica ci renderà affidabili e diligenti, ma senza l'apertura che rende possibile una vita graziosa.

C'è una sorpresa nella lettura del Vangelo di oggi, ed è il suggerimento che una fede grande come un granello di senape è sufficiente per sradicare un albero e piantarlo nel mare. Anche la fede appartiene alla logica di Cristo, un'apertura alla verità e all'azione di Dio per il quale nulla è impossibile e con il quale, quindi, le sorprese sono inevitabili, se perseveriamo lungo quella via della fede.

Nessun commento:

Posta un commento