Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 11 aprile 2025

Quaresima Settimana 5 Venerdì

Letture: Geremia 20,10-13; Salmo 18; Giovanni 10,31-42

Torniamo al confronto tra l'esperienza di Geremia e quella di Gesù. Ne abbiamo sentito parlare qualche giorno fa ed eccolo di nuovo. Ci sono molte somiglianze, ma anche differenze notevoli. Entrambi sono predicatori della Parola di Dio. Entrambi cercano di servire la causa della verità e della giustizia. Entrambi vengono traditi o abbandonati dagli amici e lasciati soli a subire la persecuzione dei loro nemici.

La differenza è evidente: mentre il Signore combatte come un potente campione accanto a Geremia, il Signore combatte come un potente campione in Gesù. Credete alle opere, dice Gesù nel Vangelo di oggi, affinché possiate realizzare e comprendere “che il Padre è in me e io sono nel Padre”. Dio era in Cristo e ha riconciliato il mondo con sé”, dirà poi San Paolo. Una seconda differenza sorprendente, presumibilmente conseguente alla prima, è che il comprensibile grido di vendetta di Geremia non viene ripetuto sulle labbra di Gesù. Geremia prega: “Fammi assistere alla vendetta che farai su di loro”. È una preghiera molto comprensibile. Papa Francesco ha detto che chi ha messo le mani su sua madre può aspettarsi un pugno da lui.

Il modo in cui la potenza divina opera in Gesù è diverso. Non si tratta di una semplice correzione moralistica delle comprensibili reazioni di Geremia e Francesco. Non si tratta semplicemente di dire, con le parole di Gesù, che se subisci oppressione, persecuzione e violenza, invece di dare un pugno al colpevole, cerca di “porgere l'altra guancia”. Sta dicendo che la vendetta esercitata da Dio - le cui vie non sono le nostre vie e i cui pensieri non sono i nostri pensieri - avrà una forma radicalmente diversa dalla vendetta esercitata dagli esseri umani. Attraverso le opere di Gesù, tutto viene portato in una nuova dispensazione in cui tutte le relazioni umane saranno trasformate.

Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Questa sarà la preghiera di Gesù riguardo ai suoi persecutori, la sua unica osservazione su di loro dalla croce. Ci fa intravedere non la debolezza divina di fronte alla violenza umana, ma la potenza divina di fronte alla violenza umana. Poiché Dio è amore e la sua azione caratteristica è quella di creare, la vendetta di Dio, come qualsiasi altra azione di Dio, deve avere queste caratteristiche: non può che essere amorevole e creativa. E così Dio si vendicherà dei suoi nemici che hanno ucciso suo Figlio risuscitando suo Figlio dai morti, stabilendo per tutti gli uomini e le donne, anche per i nemici che lo uccidono, un regno di pace, giustizia, riconciliazione e amore. Immaginate un mondo in cui la riconciliazione diventi possibile, il perdono naturale e i nuovi inizi prendano il posto di un castigo senza fine.

Molti cominciarono a credere in lui”, così si conclude la lettura del Vangelo di oggi. È un inizio e se possiamo dire anche solo questo - ho cominciato a credere in lui - stiamo facendo bene. Siamo sulla strada giusta. Attraverso la fede in lui, lo Spirito di Gesù viene ad abitare anche in noi, non solo per lottare accanto a noi, ma per lavorare dentro di noi, pregando in noi quando non sappiamo pregare, riversando l'amore di Dio nei nostri cuori, facendoci diventare “dei”, creature che partecipano alla natura divina.

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