Caterina da Siena è una delle quattro donne dichiarate dottori della Chiesa, insieme a Teresa d'Avila, Teresa di Lisieux e Ildegarda di Bingen.
Al centro dell'insegnamento di Caterina c'è ciò che dice sulla preghiera. Caterina definisce la preghiera come “la cella della conoscenza di sé”. Almeno pregare significa entrare in questa “cella della conoscenza di sé”. Quindi la preghiera è un luogo dove possiamo conoscere noi stessi. Ma impariamo a conoscere noi stessi sotto una luce particolare perché nella preghiera cerchiamo di essere alla presenza di Dio. Quindi nella preghiera impariamo a conoscere noi stessi alla luce di Dio, vedendo da un lato le debolezze della nostra natura, ma anche la portata del nostro desiderio, un desiderio che arriva fino a Dio.
Ci offre un'immagine da tenere a mente. C'è un ponte, dice, che vogliamo attraversare per arrivare a Dio. Ci sono tre gradini per salire sul ponte e lei identifica questi gradini come diverse parti della croce, o diverse parti del corpo di Cristo appeso alla croce.
Il primo gradino sono i suoi piedi, il secondo il suo fianco e il terzo le sue labbra. Questi rappresentano tre diversi atteggiamenti in noi quando ci relazioniamo a Dio nella preghiera. Se ci avviciniamo con timore, è come se fossimo inginocchiati a baciare i piedi di Gesù. Se ci avviciniamo con amore, è come se fossimo in piedi al suo fianco. E baciare le sue labbra, dice, si riferisce all'unione con Dio che avviene nella preghiera di tanto in tanto, ma per la quale non abbiamo davvero parole.
Caterina dice che nella preghiera impariamo tutte le virtù, specialmente la fede e la carità. Senza fede non pregheremmo affatto, suppongo, ed è la carità, l'amore di Dio, che impariamo nella preghiera. Caterina pensa a noi che preghiamo davanti al Cristo crocifisso, meditando su Cristo sulla croce. Questo le fa pensare al sangue di Cristo, versato per amore del Padre e del mondo. Il sangue di Cristo le fa pensare all'Eucaristia perché è soprattutto quando ci avviciniamo all'Eucaristia che partecipiamo al sangue di Cristo. È qui che entriamo alla presenza di Dio e entriamo nel mistero del suo amore.
Aggiunge un altro dettaglio al quadro che ci dipinge. Accanto al ponte, dice, c'è un ostello per i viaggiatori che desiderano salire sul ponte. Questo ostello è la Chiesa dove l'Eucaristia è offerta ai viaggiatori come sostentamento e sostegno nel loro viaggio. Ogni volta che ci fermiamo qui per partecipare all'Eucaristia, visitiamo questo ostello, veniamo per nutrirci del sangue di Cristo, per stare alla presenza di Dio e sperimentare il suo amore.
Per Caterina la preghiera non è fine a se stessa. È sempre feconda in carità. Questo è il risultato della preghiera per lei. Significa che saremo pronti ad andare in aiuto del nostro prossimo, a praticare la carità in questo senso. Attraverso la preghiera al Dio dell'amore e attraverso il ricevere il sangue di Cristo, diventiamo a nostra volta amanti. Siamo in grado di tendere la mano agli altri per aiutarli, per portare loro l'amore di Dio che abbiamo conosciuto.
Nessun commento:
Posta un commento