Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 30 aprile 2025

SECONDA SETTIMANA DI PASQUA - MERCOLEDI

Letture: Atti 5,17-26; Salmo 34; Giovanni 3,16-21

Allora, c'è o non c'è un giudizio? Sembra che il Vangelo di oggi dia risposte diverse a questa domanda. «Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo...» e «chi crede in lui non sarà giudicato». D'altra parte, «chi non crede in lui è già giudicato» e «questo è il giudizio: che la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce».

Da questo passo del Vangelo è chiaro che il giudizio non è un'azione nuova da parte di Dio, ma è già contenuto, implicito, nelle azioni che Dio ha già compiuto nella missione, nella passione, nel mistero pasquale di suo Figlio. Alla luce della vita del Verbo incarnato, della luce della sua passione e della gloria della sua risurrezione, la verità della nostra vita diventa chiara. Lo si vede nell'esperienza dell'apostolo Tommaso. «Mio Signore e mio Dio», dice. La manifestazione di Gesù risorto con i segni dei chiodi e gli altri segni della sua passione è sufficiente, non c'è bisogno di altre parole.

Questa teologia del giudizio si ritrova nelle opere dell'artista domenicano Beato Angelico. Le sue rappresentazioni del giudizio universale sono tutte simili: Gesù glorificato mostra all'intero universo i segni della sua passione, i segni dell'amore con cui Dio ha tanto amato il mondo. La nostra situazione, la nostra debolezza, il nostro bisogno sono evidenti alla luce di questa gloria. Non servono altre parole di giudizio: in questa luce possiamo vedere la verità della nostra condizione.

In Gesù risorto vediamo l'unità completa e assoluta dell'amore e della verità, della giustizia e della misericordia. È estremamente difficile per noi mantenere questa identità assoluta di verità e amore, di giustizia e misericordia. Ma questo è ciò che vediamo in Gesù. Un altro famoso domenicano, Tommaso d'Aquino, ha una frase molto bella per descrivere il nostro Salvatore. Egli è Verbum spirans amorem, il Verbo che respira Amore. Egli è il nostro giudice perché è Verbo, Verità, Sapienza, Integrità; è il nostro salvatore perché è Amore, Compassione, Misericordia.

Viviamo quindi alla luce di questo Verbo che respira Amore, agendo nella verità affinché sia chiaro che ciò che facciamo è fatto in Dio.

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