Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 18 agosto 2024

Settimana 20 Domenica (Anno B)

Letture: Proverbi 9,1-6; Sal 34; Efesini 5,15-20; Giovanni 6,51-58

Pane e vita sono strettamente legati e ci sono molti detti popolari che lo dimostrano. Guadagnarsi la crosta, riferirsi al denaro come “pane” o “pasta”, sapere da che parte è imburrato il proprio pane, persone che si trovano sul lastrico: avere il pane significa poter vivere, guadagnarsi la crosta significa guadagnarsi da vivere, il nostro pane quotidiano significa abbastanza per vivere, abbastanza per sostenerci per un altro giorno.

Ma “l'uomo non vive di solo pane”. Perciò la letteratura sapienziale della Bibbia ci incoraggia a lasciare la follia e a camminare nelle vie della percezione. Dobbiamo essere intelligenti e riflessivi, saggi, piuttosto che sconsiderati e stolti. È saggio - possiamo dire di buon senso - rendere grazie a Dio per i suoi doni, per la vita stessa e per le necessità che la sostengono. Senza quei doni e quel sostentamento la vita umana non sarebbe possibile. Non solo la vita umana fisica, ma anche quella razionale e spirituale: tutto questo dipende dal “pane quotidiano”.

Ogni nuovo livello di vita porta con sé la necessità di un nuovo tipo di pane e di un nuovo tipo di saggezza o di buon senso che veda la connessione tra quel tipo di pane e il tipo di vita che sostiene. La vita fisica ha bisogno di pane fisico. La vita della mente ha bisogno di un altro tipo di nutrimento. Così come la vita di amicizia, la vita spirituale, la vita in comunità - tutti i diversi modi in cui l'essere umano è vivo richiedono il loro sostentamento e la loro saggezza.

Gesù dice che il pane che darà è la sua carne per la vita del mondo. Ci troviamo quindi in un livello di vita radicalmente nuovo. Egli attinge la sua vita, ci dice, dal Padre e la trasmette a noi dal Figlio nell'Eucaristia: Come il Padre vivente mi ha mandato e io vivo grazie al Padre, così chi mangia me vivrà grazie a me (Gv 6,58).

Un nuovo livello, o profondità, o significato, o realtà, o destino per la vita umana significa un nuovo cibo e una nuova sapienza. Attraverso il sacramento della Parola e del Sacrificio, la vita divina dell'amore è in noi. Chi mangia questo Pane ha la vita eterna”. A molti dei suoi ascoltatori questo sembra sciocco, persino scandaloso. Per chi crede diventa senso comune, la follia di una Sapienza che è divina. Gustate e vedete la bontà del Signore.

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