Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 9 agosto 2024

9 agosto - Santa Teresa Benedetta (Edith Stein, 1891 - 1942)

Letture: Osea 2.16b,17b,21-22; Salmo 44(45); Matteo 25.1-13

La santa di oggi, altrimenti nota come Edith Stein, era una filosofa. Era un'amante - cioè una cercatrice o un ricercatore - della saggezza e della verità. Il cristianesimo incoraggia questa ricerca e ha sempre visto nella filosofia un alleato nella ricerca e nella proclamazione della verità. La Quarta Preghiera Eucaristica include tra le sue intenzioni "tutti coloro che ti cercano con cuore sincero", benedicendo così gli sforzi dei filosofi. Giovanni Paolo II ha pubblicato nel 1998 una lettera enciclica dedicata alla riflessione sul rapporto tra fede e ragione, le due ali con cui la mente umana si eleva alla verità. La fede cristiana è sicura che ogni ricerca sincera della verità deve condurre a Cristo, che è la Verità. Edith Stein è un esempio eclatante di questo cammino nel XX secolo. Nel II secolo c'è un precedente esempio eclatante in San Giustino Martire, un altro filosofo dal cuore sincero che considerò tutte le possibili posizioni filosofiche offerte finché la sua mente non trovò il suo compimento nella fede cristiana.

Edith Stein era una donna moderna, un'accademica di professione, il cui stile di vita e la cui situazione, quando era più giovane, erano quelli dell'abbigliamento blu del primo Novecento. Fu l'incontro con la vita di un'altra donna, di un'epoca molto diversa, ma ugualmente indipendente e volitiva, a condurla alla fede cattolica. Si racconta che rimase sveglia tutta la notte a leggere l'Autobiografia di Santa Teresa d'Avila, alla fine della quale Edith disse: "Questa è la verità". Non fu la fine del suo pensiero o della sua ricerca: questi furono semplicemente trasposti in una chiave diversa. La fede non spegne la ragione né la affoga: piuttosto la approfondisce, indirizzandola verso nuove domande e dandole una profondità e una portata che da sola non avrebbe.

Così troviamo Edith Stein che traduce il De veritate di San Tommaso d'Aquino: la sua fu la prima traduzione tedesca di questa grande opera che considera la vita delle menti, la mente di Dio, la mente degli angeli e la mente degli esseri umani. Ogni tipo di mente tratta la verità in vista del bene, in modi radicalmente diversi, ma comunque correlati, tanto che la realtà dell'essere umano come "immagine di Dio" viene sviluppata a lungo.

Un altro riorientamento della ragione che avviene attraverso la fede è l'invito a considerare nuovamente il peccato e il male solo ora alla luce della croce di Gesù. Nella sua ultima opera De scientia crucis espone la spiritualità crociana di San Giovanni della Croce. L'opera rimane incompiuta, forse interrotta dall'arrivo della Gestapo per trasportare lei e sua sorella nei campi di sterminio. La persona saggia, il vero filosofo, non solo conosce le cose, ma arriva a conoscerle, imparando attraverso l'esperienza. Così entrò pienamente nel mistero della Croce e assaggiò l'amara gloria del martirio.

Era, infine, un'ebrea. La sua canonizzazione è stata controversa. È morta perché ebrea o perché cristiana? La vera risposta sembra essere "entrambi". Ella ricapitola in sé una relazione complessa, complessa storicamente e teologicamente, che inizia con Romani 9-11 dalle mani di Paolo, l'ebreo cristiano, e continua ancora. Possiamo pensare a lei come patrona anche di questo complesso lavoro di riconciliazione e comprensione tra cattolici ed ebrei. Tutto ciò che era le si addice, la sua intelligenza e la sua sincerità di cuore, la sua conoscenza e comprensione della filosofia e della cultura, la sua fede e devozione e il suo amore sempre più profondo per Gesù Cristo, la via, la verità e la vita.

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