Letture: Apocalisse 11:19a; 12:1-6a, 10ab; 1 Corinzi 15:20-27; Luca 1:39-56
La domanda di Giacomo a Tommaso era la seguente: date le circostanze, sarebbe accettabile che i canonici di Vercelli scegliessero un nuovo vescovo tirando a sorte, cioè lanciando una moneta, usando delle carte o in qualche altro modo. Non potevano mettersi d'accordo e non c'era un Papa a cui potersi appellare. Non lascerebbero forse più spazio allo Spirito Santo per mostrare la sua mano se tirassero a sorte? Tommaso scrisse una breve opera di risposta, intitolata De sortibus ("Sul tirare a sorte"), in cui afferma che non solo sarebbe inaccettabile scegliere le guide spirituali in questo modo, ma sarebbe un insulto allo Spirito Santo. Perché un insulto allo Spirito Santo? Perché, dice Tommaso, lo Spirito è stato riversato nella Chiesa e se qualcosa deve accadere ora per ispirazione divina, deve accadere attraverso il pensiero e il processo decisionale umano. Tommaso nota che Mattia fu scelto per sostituire Giuda tramite un sorteggio, ma questo avvenne prima del giorno di Pentecoste, quando lo Spirito fu dato alla Chiesa. Ora - è bene ripeterlo - se qualcosa deve accadere tra noi per ispirazione divina, deve accadere attraverso ciò che Tommaso chiama concordia, il consenso raggiunto attraverso gli esseri umani che parlano, pensano e votano.
Perché parlare di questo nella festa dell'Assunzione di Maria? Perché Maria ci insegna molto sulla grazia e sul modo in cui opera nell'essere umano. Lo Spirito ci viene dato e il dono della grazia si stabilisce in noi non per sostituire la conversazione, il pensiero e il processo decisionale dell'uomo, ma per permettere che essi avvengano e avvengano meglio. La prima creazione richiede solo la parola di Dio: "Sia la luce", e così è stato. La nuova creazione richiede anche la parola della creatura umana: "Sia fatto di me quello che hai detto". Il fiat di Maria è il suo voto, la sua voce che risuona. La creazione attende con ansia la sua risposta alla proposta di Gabriele.
Paolo parla così nella seconda lettura: La risurrezione dei morti è avvenuta per mezzo di un essere umano". Più avanti, nello stesso capitolo, scrive: "Grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo" (1 Cor 15,57). È la vittoria di Dio, data a noi. È opera di Dio perché è una nuova creazione, ma Dio non la opera senza di noi. Altrove Paolo parla dello "Spirito che testimonia con il nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,16) - lo Spirito divino e lo spirito creato collaborano, lavorano insieme, in questa nuova vita, la vita della nuova creazione. Non è che lo Spirito Santo ci dica: "Spingiti oltre e lascia fare a me", ma che lo Spirito dica: "Lascia che ti metta in grado di farlo, lascia che stabilisca e rafforzi in te i doni di saggezza, coraggio e amore che ti permetteranno di farlo".
Maria ed Elisabetta sono quindi reciprocamente annunciatrici del Vangelo. È sorprendente che il linguaggio che Luca usa nel racconto della visita anticipi quello che userà negli Atti degli Apostoli per parlare della predicazione del Vangelo: ci sono le parole pronunciate e ascoltate ("Elisabetta gridò con un grande grido", "quando il suono del tuo saluto giunse al mio orecchio"), c'è la risposta interiore quando la notizia della Parola viene accolta ("il bambino sussultò nel suo grembo"), c'è lo Spirito che permette l'accoglienza della Parola ("Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo"), c'è la fede ("beata colei che ha creduto") e la gioia ("il bambino sussultò di gioia"). È così che avviene quando il Vangelo viene predicato e ascoltato.
Mentre celebriamo questa grande festa della partecipazione di Maria alla nuova creazione conquistata da suo Figlio, e mentre ricordiamo la saggezza del nostro fratello Tommaso d'Aquino, preghiamo affinché arriviamo a comprendere meglio i doni che abbiamo ricevuto, per essere compagni gentili e compassionevoli, dicendo ciò che è vero e facendo ciò che è buono.
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