Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

martedì 3 settembre 2024

Settimana 22 Martedì (Anno 2)

Letture: 1 Corinzi 2:10-16; Salmo 145; Luca 4:31-37

Nelle letture di oggi si parla di tre tipi di spirito: lo spirito di una persona che conosce le profondità di una persona, lo spirito immondo che disturba una persona e che viene scacciato da Gesù, lo Spirito di Dio che conosce le profondità di Dio. Dobbiamo considerarli tutti e tre per comprendere appieno noi stessi.

Il nostro spirito si manifesta in molti modi: memoria e immaginazione, ansia e desiderio, capacità di conoscenza, comprensione e amore. Lo spirito umano si manifesta nella letteratura, nell'arte, nella musica, nella tecnologia, nell'intera panoplia di attività e interessi che ci rendono animali davvero straordinari. Nella poesia e nella musica, nella filosofia e nella teologia, e in molti altri modi, si vede la “spiritualità” della creatura umana.

Gli spiriti immondi sono realtà “in noi senza di noi”, potremmo dire, che si conoscono attraverso i loro effetti. Oltre alle evidenti difficoltà e agli ostacoli esterni, ci sono molti modi in cui gli esseri umani sono afflitti e distratti dall'interno. Continuiamo a sorprendere e a deludere noi stessi. Non capisco le mie azioni”, dice Paolo nella lettera ai Romani. Meschini ed egoisti, duri di cuore eppure profondamente vulnerabili, dediti alle dipendenze e guidati dalle opinioni dei vari pubblici: sono molti i modi in cui siamo disturbati dagli spiriti immondi. La tradizione cristiana ha individuato sette o otto spiriti capitali o vizi capitali: vanagloria, cupidigia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia e superbia.

Ma c'è anche lo Spirito di Dio che ci rivela finalmente a noi stessi. Nella prima lettura Paolo dice che le profondità di Dio sono accessibili allo Spirito di Dio come le profondità dell'essere umano sono accessibili allo spirito umano, ma poi dice che in realtà le profondità di noi stessi sono accessibili solo ora allo Spirito di Dio e non al nostro spirito. Sta parlando di una nuova possibilità, di una nuova vita spirituale, che non è semplicemente parte integrante della natura con cui siamo stati creati, ma che si realizza attraverso una nuova presenza dello Spirito Santo in noi. Se vogliamo comprendere i doni che Dio ci ha dato, abbiamo bisogno dello Spirito di Dio. Se vogliamo scandagliare le profondità di noi stessi, possiamo farlo solo con l'aiuto dello stesso Spirito.

Questo relativizza la nostra “spiritualità” naturale, ponendo i suoi conflitti e le sue conquiste in una luce completamente nuova. C'è un nuovo mondo di meraviglia e ammirazione a cui siamo chiamati. Paolo parla di esseri umani nuovi, capaci di giudicare il valore di ogni cosa, esseri umani che hanno “la mente di Cristo”. La spiritualità naturale è un segno o un'anticipazione di ciò che porta lo Spirito. Quando lo Spirito, l'amore di Dio, viene riversato nei nostri cuori, non solo gli spiriti impuri vengono messi al loro posto, ma le nostre capacità di conoscenza, comprensione e amore si aprono a un obiettivo nuovo e veramente trascendente, che arriva fino a Dio, nelle supreme attività spirituali di fede, speranza e amore.

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