Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 25 settembre 2024

Settimana 25 Mercoledì (Anno 2)

Letture: Proverbi 30:5-9; Salmo 119; Luca 9:1-6

Le letture parlano di due diversi tipi di fiducia in Dio. La lettura dei Proverbi chiede a Dio di predisporre le circostanze in modo che io non debba affrontare le tentazioni che derivano dall'essere ricco o povero. Se sono ricco posso dimenticare Dio, se sono povero posso maledire Dio. È un modo di confidare in Dio, credere che egli farà in modo che io sia protetto da queste tentazioni. Se Lui si occupa delle circostanze, sarò in grado di cavarmela, vivrò bene.

L'altro tipo di fiducia è evidente nella lettura del Vangelo. Ai Dodici viene “affidata” l'autorità e il potere di insegnare e guarire. Essi devono essere figli di Dio cresciuti, responsabili e prendere iniziative. Non devono dipendere da Dio per organizzare le circostanze favorevoli per loro. Confidano piuttosto che Dio dia loro una parte del suo Spirito, in modo che siano in grado di affrontare in modo appropriato le circostanze che incontrano.

Devono essere collaboratori, condividendo il ministero del Signore di insegnare, guarire e scacciare i demoni. Non sono garantite circostanze favorevoli. La loro dipendenza e fiducia in Dio è più profonda. È interna piuttosto che esterna, ha a che fare con ciò che stanno diventando nel loro cuore e nella loro mente piuttosto che con le situazioni e le relazioni esterne in cui si trovano.

San Paolo parla molto bene di questo secondo tipo di fiducia nella sua lettera ai Filippesi: “Ho imparato, in qualunque stato mi trovi, ad essere contento. So come abbassarmi e so come abbondare; in ogni circostanza ho imparato il segreto per affrontare l'abbondanza e la fame, l'abbondanza e la mancanza. Posso fare ogni cosa in colui che mi fortifica” (4,11-13).

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