Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 11 settembre 2024

Settimana 23 Mercoledì (Anno 2)

Letture: 1 Corinzi 7:25-31; Salmo 45; Luca 6:20-26

Un modo comune di insegnare la morale nel mondo antico è quello di parlare di “due vie”, una che porta al successo e alla felicità, l'altra al disastro e alla delusione. È usato anche nella Bibbia, che parla di una via che porta benedizione e conduce alla vita e di una via che porta maledizione e conduce alla morte. Una è la via stretta di cui parla Gesù, che porta alla vita, e l'altra è la via larga, che porta alla morte. Riporre la propria fiducia nella carne e in ciò che il mondo può offrire è una via che porta alla morte, dice il profeta Geremia. Significa vivere, prima o poi, in una terra arida. Riporre la propria fiducia nel Signore significa essere come un albero piantato vicino all'acqua vitale, capace di inviare i suoi germogli all'acqua per trovare nutrimento. Un tale albero fiorisce e porta frutto.

La forma delle beatitudini del Vangelo di Luca segue questo schema delle “due vie”. Gesù dice che sono beati coloro che sono poveri e affamati, che piangono e sono rifiutati. Quelli che sono ricchi e ben nutriti, che ridono e sono ben visti, sono in difficoltà. I veri profeti hanno sperimentato la prima, mentre i falsi profeti hanno sperimentato la seconda. Le persone che sperimentano la prima sono obbligate a riporre la loro fiducia in Dio e quindi sono come alberi piantati vicino all'acqua vivificante. Le persone che sperimentano la seconda trovano il loro senso e significato nel mondo e si ritrovano, prima o poi, a vivere in una terra arida. Arriverà qualcuno più bello, o più ricco, o più influente, o più giovane... ma la persona saggia trova il senso e il significato della propria vita in un luogo più profondo, dove si trova l'acqua divina.

Il paradosso espresso nelle beatitudini e nei dolori di Luca 6 si realizza in modo più drammatico nel mistero pasquale di Cristo. Egli è il seme seminato nel terreno. Ma il terreno in cui è stato seminato viene innaffiato da una fonte divina, in modo da fargli riprendere vita, una vita più abbondante e più gloriosa. Così, quando parla dei poveri e degli affamati, di coloro che piangono e sono perseguitati, parla di se stesso. E conosce il senso e il significato che la vita umana contiene quando rimane in contatto con l'acqua divina, sbocciando (anche se in modo nascosto) e portando frutto (frutto che durerà).

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