Letture: Esodo 23:20-23a; Salmo 90(91); Matteo 18:1-5,10
Dalle letture e dalle preghiere di questi giorni, per la festa degli arcangeli e per la festa di oggi, emerge chiaramente che la tradizione cristiana è più sicura di ciò che gli angeli fanno che del tipo di essere che sono, più chiara dei servizi che forniscono che della loro natura. Sono creature che insegnano, guidano e proteggono altre creature.
Nel fare queste cose, sono agenti della provvidenza di Dio, che si esprime in ogni angolo della creazione. Potremmo ragionevolmente pensare che Dio si preoccupi di più di ciò che sta accadendo alle persone in Ucraina o in Medio Oriente che dell'unghia incarnita di qualcuno. Sembra osceno anche solo fare un paragone del genere.
Eppure Gesù ci insegna che ogni capello del nostro capo è contato. Dobbiamo prenderlo sul serio? C'è la tentazione di allontanare la provvidenza di Dio da cose molto particolari e concrete, per portarla a un livello più generale e universale. Ma nulla di ciò che accade ai suoi figli è al di fuori della cura di Dio. Tutto ciò che fa parte del progresso o del disagio del mondo rientra nell'ambito dell'interesse di Dio. Siamo tentati di disprezzare i “piccoli”, le cose che sembrano banali e poco importanti nel grande schema delle cose. Ma queste feste degli angeli ci ricordano che la provvidenza di Dio arriva ovunque. Nulla di ciò che riguarda i suoi figli o che li interessa è troppo piccolo per essere considerato al di sotto della dignità di Dio. La festa degli angeli custodi ci ricorda questo fatto.
Nella tradizione, inoltre, il termine “angelo” viene talvolta utilizzato per indicare un essere umano che svolge uno dei servizi angelici di insegnamento, guida o protezione per conto di un altro essere umano. Presumo che a tutti noi sia stato detto, di tanto in tanto, “sei un angelo, grazie per questo”. C'è qualcosa di ancora più meraviglioso nella provvidenza di Dio: oltre a creare creature di cui prendersi cura, Dio ha creato alcune creature capaci di prendersi cura di altre, insegnando, guidando e proteggendo, e così condividendo la sua cura per la creazione. Si pensi ai genitori in primo luogo, agli arcangeli.
Quindi, ovunque sperimentiamo queste gentilezze - essere istruiti, guidati, protetti - siamo curati dagli angeli e, in loro, da Dio che è amore e fedeltà costanti.
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