Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 13 ottobre 2024

Settimana 28 Domenica (Anno B)

Letture: Sapienza 7,7-11; Salmo 89/90; Ebrei 4,12-13; Marco 10,17-30

Che cosa si deve adorare? È un altro modo di porre la domanda dell'uomo. Qual è il bene a cui posso dedicarmi pienamente per ereditare la vita eterna? Quale bene è proporzionato a tale eredità?

La prima risposta di Gesù è: “Niente di questo mondo”. Non c'è questo bene se non in Dio.

Ma Dio ci ha dato la strada per andare verso di Lui: ha condiviso la sua sapienza (prima lettura), ci ha dato la sua Parola (seconda lettura), ha mandato suo Figlio (lettura del Vangelo).

La seconda risposta di Gesù è: “Conoscete la sapienza che Dio vi ha già insegnato”. È nei comandamenti. Si tratta della legge naturale, più o meno nota a tutti gli esseri umani: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non mentire, non frodare e onora i tuoi genitori.

"Ho seguito questa strada”, dice l'uomo, ‘per tutta la vita’. Gesù lo guarda e lo ama. In questo si rivela la realtà più profonda: l'eredità della vita eterna non è qualcosa che ci garantiamo con le nostre azioni o con le nostre disposizioni. La vita eterna è conoscere Dio e Gesù Cristo che Egli ha mandato. Questa conoscenza in noi segue il nostro essere conosciuti da Dio, essere considerati da Lui, essere amati da Lui.

Così, nella sua terza e ultima risposta all'uomo, Gesù dice, in effetti, “erediti la vita eterna diventando come me, perché così inizi a vivere la vita di Dio. Dai tutto quello che hai ai poveri e seguimi”. Questo distacco completo ci apre alla trascendenza, a Dio, all'unico bene degno della nostra adorazione. Ci muoviamo in questo distacco dando tutto quello che abbiamo ai poveri, come Dio ha dato a noi tutto quello che ha - il suo eternamente generato e unico Figlio.

I discepoli si uniscono alla conversazione. "Voi dite che è impossibile”, perché tutti noi siamo ricchi, forse non di denaro ma di altre cose: potere, influenza, stima, intelligenza, conoscenza, ecc. Come potremmo mai dare tutto ai poveri per seguire Gesù in una libertà e in un distacco così totali?

È impossibile, concorda Gesù. La sproporzione è troppo grande tra ciò che si deve fare e ciò che si può fare. Ma a Dio tutto è possibile. È lo sguardo di Dio, l'amore di Dio, la conoscenza che Dio ha di noi che ci apre alla possibilità della vita eterna. Dio è in mezzo a noi nel suo Figlio: questo è il bene che ci rende possibile l'eredità della vita eterna.

Siamo chiamati a camminare sull'acqua verso di Lui, sul sentiero della fede, con fiducia e speranza, aprendoci a una bontà che supera la nostra immaginazione. I poveri sono sempre con noi, ci ricordano questo insegnamento e ci chiamano a una sequela sempre più profonda di Cristo.

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