Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 14 ottobre 2024

Settimana 28 Lunedì (Anno 2)

Letture: Galati 4:22-24, 26-27, 31-5:1; Salmo 113; Luca 11:29-32

In che cosa consiste il segno di Giona? Per Luca, è la predicazione di Giona e il pentimento dei Niniviti il segno per chi ascolta Gesù. La regina di Saba venne ad ascoltare la sapienza di Salomone e il popolo di Ninive ascoltò la predicazione di Giona. Qui c'è qualcosa di più grande sia di Giona che di Salomone. Dovete quindi ascoltare lui, Gesù, vivere della sua sapienza e rispondere alla sua chiamata al pentimento.

In Matteo, Gesù riporta la parte precedente delle avventure di Giona e indica i suoi tre giorni nel ventre del pesce. Questo è il segno di Giona, secondo Matteo, una prefigurazione dei tre giorni che Gesù avrebbe trascorso da morto nella tomba. Il racconto di Matteo ci offre l'immagine più forte e potremmo essere tentati di supporre che Luca implichi la stessa cosa. Ci sono poche immagini bibliche più potenti di quella di Giona nel ventre del grande pesce.

Ma non c'è alcuna indicazione che i Niniviti sapessero qualcosa del pesce! Per Luca, il segno è la predicazione di Giona e il pentimento del popolo. E questo ci permette di notare un'altra cosa nell'esperienza di Giona a Ninive. Non solo il popolo si pente, ma anche Dio si pente del male che aveva detto di voler fare loro. Il pentimento di Dio dispiacque molto a Giona, ci viene detto, ed egli si arrabbiò.

Quando Gesù indirizza i suoi ascoltatori al segno di Giona, deve pensare che la misericordia divina mostrata in quel luogo sia in primo piano. Dopo tutto, egli è venuto a mostrarci il Padre. Il pentimento di Dio nel Libro di Giona anticipa tante parabole di Gesù in cui la giustizia di Dio diventa sconcertante perché inghiottita dalla misericordia di Dio. Se ci sentiamo un po' arrabbiati con il figliol prodigo, o con gli operai dell'undicesima ora che vengono pagati come quelli che hanno lavorato tutto il giorno, o al pensiero che prostitute e altri peccatori pubblici entrino nel regno dei cieli prima di noi, allora siamo in compagnia di Giona.

Egli si sentiva usato da Dio. La sua missione era stata un successo completo, l'intera città si era pentita alla sua predicazione, ma lui era ancora arrabbiato. Questo è il segno di Giona. Chiamandoci al pentimento, Dio ci chiede di diventare come Lui. Egli è sempre pronto a essere misericordioso, a volgersi verso di noi. Come il padre nella storia del figliol prodigo, il primo segno di pentimento del peccatore conquista l'attenzione e la misericordia di Dio. (In realtà crediamo che non sarebbe nemmeno possibile senza la precedente attenzione e misericordia di Dio).

La libertà del cielo, di cui parla Paolo nella prima lettura, si vede nella libertà e nella generosità stravagante di Dio che tanto infastidisce Giona. La grazia non è confinata e coloro che sono chiamati a essere predicatori di grazia non devono mai dimenticarlo. Il servitore della Parola è sempre a disposizione di Dio e fa solo il suo dovere, predicando la chiamata al pentimento e l'avvento del Regno. Non c'è una misura precisa dell'efficacia di questa predicazione, né un modo per prevederne i risultati.

Per la libertà Cristo vi ha liberati, dice Paolo in Galati. Come seguaci di Gesù siamo messaggeri di questa libertà, servitori che fanno il loro dovere, strumenti nel modo che Dio giudica migliore per avvertire gli altri della libertà che Dio ha promesso.

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