Letture: Isaia 26:1-6; Salmo 117; Matteo 7:21,24-27
Mentre ieri eravamo invitati a pensare alla debolezza e a un Signore compassionevole che assicurava che la fame del popolo sarebbe stata soddisfatta, oggi ci vengono presentate immagini di forza e resistenza. Isaia parla di una città forte, con porte e mura, bastioni e torri, una cittadella abbattuta da una roccia eterna. È un'immagine di rifugio e sicurezza per alcuni, di distruzione per altri.
Nella lettura del Vangelo, Gesù spiega che la base della distinzione tra una casa che sta in piedi e una cittadella che cade è il rapporto del costruttore con la Parola di Dio. Le persone che non solo ascoltano, ma agiscono in base alla Parola che Gesù insegna, costruiscono in modo solido e sicuro. Stanno facendo la volontà del Padre e la loro casa (cioè la loro anima) resisterà alla pioggia, alle inondazioni, alle burrasche e a qualsiasi altra cosa la vita le proponga.
La persona che ascolta, e forse anche insegna agli altri (dicendo “Signore, Signore”), ma che in pratica non agisce in base all'insegnamento di Gesù, è come una persona che costruisce una casa sulla sabbia: nel giorno delle difficoltà non starà in piedi.
Isaia dice che le persone fedeli, ferme, fiduciose e pacifiche possono entrare nella città forte: la porta si apre per loro. Coloro che non vivono in questo modo, anche se ascoltano e anche se ripetono ciò che è richiesto, non stanno costruendo con saggezza. Possono sembrare sicuri nella loro torre, ma resterà in piedi?
Il messaggio è quindi semplice e chiaro e non c'è bisogno di elaborarlo. L'Avvento è una sorta di “Quaresima leggera” in cui ci viene dato il tempo di tornare alla pratica della Parola di Dio. E ciò che ci chiede di fare è altrettanto chiaro: siate fedeli, saldi, fiduciosi, pacifici. Allora la tua casa, la tua anima, sarà come una città forte dove vivrai in sicurezza e in fiducia. Sarete una torre di forza, costruita non per orgoglio e ambizione, ma nella forza dell'amore di Cristo, che è la pietra angolare di tutto ciò che dura.
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