Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 4 dicembre 2024

AVVENTO PRIMA SETTIMANA - MERCOLEDI

Letture: Isaia 25:6-10; Salmo 22; Matteo 15:29-37

Tutte e tre le letture parlano del Signore che nutre il suo popolo. Il pesce e il pane del pasto miracoloso raccontato nel Vangelo possono sembrare molto lontani dal cibo ricco e succulento e dai vini pregiati di cui parla Isaia nella prima lettura. Né il pesce e il pane sembrano adatti come menu per il banchetto di cui si parla nel salmo. A meno che, naturalmente...

A meno che cosa? In Irlanda diciamo che la fame è il miglior condimento. Il cibo che in tempi di abbondanza sembrerà povero e poco appetibile, in tempi di carenza o di grande necessità sarà accolto come molto soddisfacente, e persino desiderabile. Finché è sano, sarà certamente ben accetto da una persona affamata. Una volta in Quaresima ho trascorso un po' di tempo in un monastero che osservava un rigido digiuno. Dopo tre giorni l'umile colazione a base di pane e burro con caffè era diventata per me un banchetto.

La lettura del Vangelo ci dice che la gente era stata con Gesù per lo stesso tempo, tre giorni. Avranno quindi avuto appetito, portando a Gesù i loro parenti e amici malati, speranzosi ma ancora ansiosi, forse dopo aver viaggiato a lungo.

Quindi, ciò che conta come banchetto dipende anche dalla fame di coloro che hanno bisogno di mangiare. E forse questo è anche un modo per descrivere il lavoro dell'Avvento: ci è dato questo tempo per far crescere l'appetito per Colui che sta per arrivare. Il punto non è solo quanto gloriosa e splendida sarà quella venuta. Ci passerà davanti se non siamo disposti a riceverla, se non abbiamo appetito per essa, se soddisfiamo la fame della nostra anima con un cibo più immediato, forse più bello, ma meno salutare.

Il Signore viene a salvarci, ma se non abbiamo bisogno di un Salvatore? E se la salvezza la trovassimo già abbastanza altrove? Il pesce e il pane possono sembrare niente in confronto al cibo succulento e ai vini pregiati che possiamo trovare altrove. Ma se siamo zoppi o storpi, ciechi o muti, se siamo affamati e bisognosi, ansiosi e stanchi dopo aver viaggiato tanto - beh, allora la Sua venuta sarà meravigliosa e la apprezzeremo. Sarà sufficiente averlo con noi. Il pesce e il pane che ci offrirà saranno gloriosi e appaganti perché lo riconosceremo in questi doni, cibo del cielo, che contiene ogni piacere, ogni delizia, ogni benedizione.

Il Signore che viene è pieno di compassione per l'umanità in difficoltà: ce lo dice anche il Vangelo di oggi, dalle labbra di Gesù. Che Dio ci dia un chiaro senso del nostro bisogno, un'acuta consapevolezza della nostra fame più profonda, in modo da gioire ed esultare quando quel bisogno sarà soddisfatto e quando quella fame sarà saziata dal Signore che desideriamo.

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