Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 7 dicembre 2024

AVVENTO PRIMA SETTIMANA - SABATO

 Letture: Isaia 30:19-21, 23-26; Salmo 146; Matteo 9:35-10:1,6-8

Il Signore edifica Gerusalemme e riporta gli esuli di Israele, guarisce i cuori spezzati e fascia tutte le loro ferite. Così il salmo di oggi. La prima lettura è molto simile, parla di guarigione e di restaurazione, di un nuovo momento di sicurezza e di abbondanza. Possiamo immaginare Gerusalemme, come una città distrutta dalla guerra, e il Signore che si muove per le strade di quella città, trovando i malati e i bisognosi, gli affamati e gli abbandonati.

Una cosa che si nota nella prima lettura e che non è menzionata nel salmo è che è il Signore che ha inflitto al suo popolo le sofferenze da cui ora lo sta salvando! Egli è, dice Isaia, il loro maestro, che mostra la via al popolo, ed è il loro medico, che guarisce i lividi che i suoi colpi hanno lasciato.

Questo solleva domande sul significato della sofferenza e sul motivo per cui le cose cattive si abbattono sulle persone. Devo aver fatto qualcosa di molto brutto per essere finito così”, mi disse una volta un cugino malato. La proposta di Isaia oggi è di vedere nella sofferenza uno scopo pedagogico, non è semplicemente una punizione per il peccato. Ci sono cose da imparare, virtù da acquisire, modi di vedere da correggere, realtà da apprezzare. E sembra che spesso, forse sempre, sia solo attraverso la sofferenza che gli esseri umani imparano, acquisiscono, correggono e apprezzano.

La lettura del Vangelo continua su questa linea, ma la completa in modo significativo. Qui Gesù si muove per le città e i villaggi, facendo ciò di cui parlano la prima lettura e il salmo. Guarisce e insegna, è mosso da compassione, vede il paesaggio spirituale devastato in cui la gente vaga, vessata e scoraggiata.

Un cambiamento rispetto a quanto abbiamo già visto è che Gesù delega il lavoro di guarigione e di insegnamento ai dodici discepoli. Sono stati con lui, hanno ricevuto insegnamenti e guarigioni, e ora sono pronti a partecipare alla raccolta. Egli conferisce loro poteri straordinari, per curare le malattie e scacciare i demoni, per purificare i lebbrosi e persino per risuscitare i morti. le opere che Dio compie in mezzo al popolo devono essere intraprese dal popolo stesso o almeno da coloro che sono stati chiamati in mezzo a loro per servire l'opera del Signore a loro favore.

Un altro cambiamento significativo è che il Signore, il Messia, prenderà su di sé le sofferenze del suo popolo, entrando in esse in un modo mai visto prima. È più per la Quaresima e la Pasqua che per l'Avvento e il Natale, questo punto che riguarda una nuova partecipazione del Signore alle sofferenze del suo popolo. È qualcosa che deve ancora essere rivelato sul modo in cui il regno dei cieli, quel regno di guarigione e di rinnovamento, viene finalmente stabilito. Ma è importante ricordarlo già ora, mentre guardiamo il paesaggio devastato del mondo nel dicembre 2024.

La preghiera di apertura di oggi dice che il Figlio viene per liberare la razza umana dalla sua antica schiavitù e per offrirci la vera libertà. Che possiamo essere pronti a ricevere i doni che porta, pronti a imparare e a soffrire con lui, pronti al servizio reciproco che egli vuole delegarci.


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