Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 15 dicembre 2024

III Domenica di Avvento - Gaudete


Le persone che non l'hanno mai fatto a volte si chiedono come sia possibile guidare un'auto a Roma. Osservando dal marciapiede, sembra una specie di caos. I veicoli compaiono da ogni angolo e si muovono a velocità sorprendenti. Le persone cambiano direzione senza preavviso e, a quanto pare, senza ragione. Com'è che non ci sono più incidenti? (Purtroppo, ovviamente, ci sono molti incidenti, alcuni dei quali molto gravi.) Ma il più delle volte sembra che gli angeli debbano essere occupati ad intervenire, qui, là e ovunque, per evitare graffi, sbucciature e disastri peggiori.

Una volta che ci si siede al volante, però, e ci si lascia prendere al massimo dal suo coinvolgimento, diventa chiaro che è in corso un'elaborata danza. Le regole di questa danza non sono scritte da nessuna parte (per quanto ne so) ma un po' di esperienza dimostra che ci sono convenzioni nel modo in cui le persone si avvicinano e si tirano indietro, si posizionano l'un l'altra in relazione agli altri ballerini, regolano velocità e direzione per permettere agli altri di entrare o uscire, si inseriscono nel traffico e si allontanano di nuovo, trovano il modo più efficiente di progredire. Le regole sono nella danza stessa e sono considerate solo da coloro che vi partecipano. Inteso in questo modo, e rimanendo  comunque attenti e vigili, guidare a Roma è una delle cose più entusiasmanti che una persona possa fare. Quando va bene è piacevole, gioioso, persino leggiadro.

Oggi è la domenica Gaudete, la domenica della gioia, e c'è molta gioia nelle letture. Una traduzione del testo di Sofonia parla della danza del Padre. La gioia arriva fino al cuore di Dio. Infatti la gioia più profonda ha origine nel cuore di Dio ed è Dio che la porta a noi, in mezzo al suo popolo. Possiamo parlare di Dio che danza con il suo popolo: è il Signore della Danza come si cantava nei tempi bui degli anni Settanta. È venuto per invitarci alla danza, per unirci a Lui nella danza della redenzione. La danza di cui Egli è il Signore rinnova la creazione e apre nuove possibilità di vita per il suo popolo, persino la promessa di vita eterna.

In ogni tipo di danza, tenere il tempo è fondamentale. Chi balla dolcemente, con grazia, magnificamente, tiene il giusto tempo. Non c'è dissonanza, non ci sono graffi, sbucciature o collisioni sgradevoli sulla pista da ballo. Crediamo che il tempo di Dio debba essere esattamente quello giusto. Ha agito "nella pienezza del tempo", come ci viene ricordato sempre di nuovo in Avvento e nel periodo natalizio. Il peccato è una questione di cattiva capacità di tenere il tempo, di sbagliare la direzione, la velocità, agendo dove non avremmo dovuto, o non agendo dove avremmo dovuto farlo. È un bene fuori posto, come ci insegna la tradizione cristiana (a volte molto seriamente fuori posto, a volte con conseguenze mortali: quindi non è una cosa leggera).

Giovanni Battista ha un ruolo chiave nello svolgimento della danza. È uno dei primi movimenti della danza della redenzione e insegna ad altri come prepararsi ad essa. Per arrivare alla gioia promessa, le persone hanno bisogno di praticare un retto vivere, la giustizia, l'equità e la compassione. La gioia è il fiorire della pace e della giustizia, il loro splendore, la dolcezza del buon vivere. La gioia è, in primo luogo, Dio stesso che è semplicemente felice nell'eterno fare l'amore che è la Santissima Trinità. E il Padre ha mandato il Figlio a battezzarci nello Spirito e con il fuoco, facendoci danzatori, partecipanti e non solo spettatori.

Rallegratevi sempre nel Signore, dice Paolo nella lettura dei Filippesi. La gioia non è qualcosa che può essere attivata come un rubinetto, a volontà, quando prescritto. È il frutto della carità e della preghiera. Ci impone di entrare nella danza e comprenderla dall'interno. Guardando dal marciapiede, sembrerà strano: Giovanni Battista, figura gioiosa? Ma una volta che entriamo nella danza e cominciamo ad imparare le sue regole, vediamo che ha perfettamente senso. Ha perfettamente senso perché le sue vie tortuose conducono inevitabilmente al Signore della Danza, un potente Salvatore, che si rallegra di noi con gioia e ci rinnova nel Suo amore, un Signore pazzo che canta con gioia e balla con grazia per coloro che ama.


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