Il Libro di Sirach ci invita a «cantare le lodi degli uomini famosi, nostri antenati nelle loro generazioni» (44,1). Vorrei modificare leggermente questa frase e cantare le lodi delle donne famose, l'altra metà dei nostri antenati. Lo faccio perché nella seconda metà di novembre la Chiesa celebra la memoria di alcune grandi donne, eccezionali per la loro erudizione e santità. Come donne sposate, madri, religiose o nubili, queste eroine del popolo cristiano continuano a essere fonte di ispirazione, se non nella Chiesa universale, almeno in una parte di essa.
Margherita di Scozia (morta nel 1093), moglie, madre e regina, è ricordata il 16 novembre, così come Gertrude (morta nel 1301), filosofa, studiosa e maestra spirituale. Il 17 novembre è la festa di Elisabetta d'Ungheria (morta nel 1231), moglie di un principe tedesco, madre di una numerosa famiglia, donna dedita alla preghiera e alla cura dei poveri.
Il 22 novembre è la festa di Santa Cecilia, martire romana che divenne (a causa di un errore di traduzione del racconto della sua morte, bisogna ammetterlo) santa patrona della musica e dei musicisti nella Chiesa. La Passione di Santa Cecilia racconta le circostanze del suo martirio e dal V secolo esiste a Roma una basilica in suo onore.
Verso la fine del mese, secondo il vecchio calendario, ricorreva la festa di Santa Caterina d'Alessandria (25 novembre). Per molti secoli in tutta l'Europa occidentale si è sviluppato un notevole culto in sua memoria. A lei si ispira il nome di un fuoco d'artificio, la ruota di Caterina. La leggenda narra che Caterina fosse una brillante filosofa che confondeva i maestri pagani di Alessandria con la profondità e l'abilità del suo pensiero. Purtroppo non si può parlare di questa Caterina, filosofa cristiana, senza menzionare la sua controparte pagana, Ipazia, anch'essa di Alessandria, morta intorno al 400. Anche lei era una donna di grande intelligenza e intuizione religiosa, una delle ultime grandi maestre di filosofia del mondo antico, tra i cui allievi figurava almeno un vescovo cristiano, Sinesio di Cirene. Sembra innegabile che il crudele omicidio di Ipazia sia stato causato dall'invidia e dal risentimento di una folla cristiana ignorante.
Gertrude la Grande, già menzionata, è al centro di un gruppo di straordinarie donne studiosi e mistiche dell'alto Medioevo. Fu istruita da Mechtild di Hackeborn (morta nel 1298) e in seguito si unì a loro Mechtild di Magdeburgo (morta intorno al 1290), per citare solo le più famose. Sebbene queste donne non avessero frequentato il normale sistema scolastico, ciò non fu sempre uno svantaggio. Esse diedero un'impronta indipendente a ciò che imparavano, ad esempio essendo libere di non seguire Agostino in tutto ciò che egli diceva sull'inferno. Per queste donne l'amore di Dio in Cristo è più forte di qualsiasi resistenza incontri, e quindi è cristiano sperare nella salvezza di tutti.
Ma torniamo a novembre, e ad oggi, 21 novembre, giorno in cui la Chiesa celebra la Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria, la sua consacrazione a Dio fin dalla più tenera età. È giusto che questo ricordo di grandi donne si concluda con un riferimento alla Madre del Signore, colei che è «benedetta tra tutte le donne». Certi tipi di pietà e devozione addolciscono la sua immagine e la fanno sembrare irreale, eterea, idealizzata, una donna, sì, ma difficilmente una donna in carne e ossa e quindi meno utile a noi di quanto dovrebbe essere.
I testi evangelici su Maria dipingono un quadro diverso. La sua fiducia nelle vie di Dio, il suo amore e la sua fedeltà verso il Figlio, la sua lode profetica a Dio nel Magnificat: tutto questo la colloca tra le eroine di Israele, persone come Ester e Giuditta, le madri dei re, Anna e molte altre donne, nell'antica e nella nuova alleanza, che sono state coraggiose nella fede, affidabili nella saggezza e tenere nell'amore. Preghiamo affinché possiamo essere come lei, come loro.
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