Letture: Ezechiele 47,1-2.8-9.12; Salmo 46; 1 Corinzi 3,9c-11.16-17; Giovanni 2,13-22
Il Vangelo di San Giovanni differisce da quelli di Matteo, Marco e Luca in quanto colloca la purificazione del Tempio all'inizio piuttosto che alla fine del ministero pubblico di Gesù. Per i Vangeli sinottici è la goccia che fa traboccare il vaso per i suoi nemici, provocando il suo arresto e il suo processo. Per Giovanni è invece il colpo di inizio della sua campagna, che annuncia il programma dell'intero ministero di Gesù. Dichiarando, in effetti, che il luogo della presenza di Dio e il mezzo per accedere a Dio è ora Gesù stesso e non più il Tempio di Gerusalemme.
Questo inizio del suo ministero è anche una chiave per leggere il Vangelo di Giovanni nel suo insieme. Le profezie su Gerusalemme, sul monte santo su cui Dio ha scelto di dimorare, sul Tempio e sulla gloria divina che vi risiede: tutto ciò che è detto su queste cose nell'Antico Testamento è trasferito a Gesù e si compie in ciò che gli accade, in particolare in ciò che accade al suo corpo. Il Vangelo è organizzato attorno alle grandi feste dell'anno liturgico ebraico, la Pasqua, la Festa dei Tabernacoli e la Dedicazione, il cui significato si consuma nella presenza, nell'insegnamento, nel sacrificio e nell'opera salvifica di Gesù.
Le nostre feste che celebrano la dedicazione delle chiese non riguardano in primo luogo gli edifici fisici. È bene averli, specialmente edifici straordinari come la Basilica Lateranense, la cui dedicazione celebriamo oggi. Ma la funzione degli edifici e delle loro feste è quella di servire il vero "tempio di Dio", il "corpo di Cristo", la "dimora di Dio" che sono diventati i discepoli di Gesù, la comunità dei credenti, la Chiesa piuttosto che la chiesa.
La vita di quel tempio e di quel corpo è la preghiera e il riposo sabbatico, con al centro il sacrificio di Gesù e l'alleanza sigillata nel suo sangue e rappresentata ogni giorno nella celebrazione dell'Eucaristia.
La vita spirituale del popolo di Dio è l'unico "commercio" degno di questo tempio che siamo noi, lo scambio e la relazione attraverso cui Dio dimora con noi e noi lo accogliamo nella fede, nella speranza e nell'amore.
Ed è "per tutti", un universalismo già annunciato da Isaia e da altri profeti. Questa presenza di Dio in Gesù Cristo non è settaria o esclusiva, ma è per tutti. È ecumenica e cattolica, un invito rivolto al mondo intero a venire e a partecipare alla vita che si celebra in questi grandi edifici. Ciò è particolarmente evidente nella celebrazione della festa odierna del Laterano, la cattedrale del Papa, onorata come la chiesa madre di tutte le chiese del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento