Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 15 novembre 2025

Settimana 33 Domenica (Anno C)

Letture: Malachia 3,19-20; Salmo 97; 2 Tessalonicesi 3,7-13; Luca 21,5-19

La Bibbia cristiana ha riorganizzato i libri delle Scritture ebraiche ponendo i profeti, anziché gli scritti, come parte finale dell'Antico Testamento. Ciò significa che l'Antico Testamento cristiano si conclude con una nota di speranza e di attesa, in attesa della venuta del Messia, della visita di Dio al suo popolo in un nuovo momento e del giudizio e della salvezza che accompagneranno tale visita.

Più specificamente, l'Antico Testamento termina con la profezia di Malachia, di cui leggiamo oggi un breve brano. Il fuoco sta arrivando, dice il profeta. Per coloro che hanno fatto il male, è un fuoco che giudicherà e cauterizzerà il male. Per i giusti, e in particolare per gli oppressi e i poveri che devono ancora essere vendicati, questo fuoco è il sole della giustizia che porta guarigione con i suoi raggi.

Nel corso dei secoli cristiani, coloro che hanno riflettuto sul messaggio delle Scritture hanno visto che c'è solo questo fuoco nel giorno grande e terribile del Signore, il fuoco dell'amore e della verità che sarà vissuto in modo diverso dai diversi individui, secondo le circostanze e la situazione spirituale e morale di ciascuno. Così il filosofo-teologo irlandese del IX secolo, Giovanni Scoto Eriugena, e così anche la mistica italiana del XV secolo del purgatorio, Caterina da Genova: un solo fuoco, vissuto in un modo dagli arroganti e in un altro dagli umili.

Sant'Agostino scrive in uno dei suoi sermoni su questo carattere doppio del fuoco della Parola di Dio: «La Parola di Dio è nemica della tua volontà», dice, «finché non diventa artefice della tua salvezza. Finché sei nemico di te stesso, anche la Parola di Dio è tua nemica; sii amico di te stesso e sarai d'accordo con essa».

Per Dante Alighieri tutto è opera dell'amore di Dio. Ogni peccato è una patologia dell'amore, amore mal indirizzato, amore insufficiente, amore eccessivo e sproporzionato, amore incompleto. «Credi nel purgatorio?», è stato chiesto recentemente a un sacerdote. «Ci conto», è stata la sua risposta, come molti di noi fanno quando invecchiamo. La purificazione e la selezione delle motivazioni e della fedeltà, l'eliminazione dei desideri malvagi, il reindirizzamento dell'amore, il fuoco purificatore della giustizia divina: tutto questo è doloroso, tutto questo è incluso nella raccolta del raccolto della redenzione, tutto questo è alla base dell'opera di un Amore infinito.

Le letture di questa domenica sono in sintonia non solo con il periodo dell'anno, almeno nell'emisfero settentrionale, ma anche con la situazione del mondo. Novembre è la fine buia dell'anno che volge al termine, un momento in cui ricordiamo i defunti e meditiamo sulla morte, sul disordine e sulla disintegrazione che ciascuno di noi deve affrontare individualmente, sul caos e sul disastro della fine della nostra vita che si avvicina sempre più. Ma anche nel momento storico che stiamo vivendo sembra esserci molto disordine e disintegrazione, politica e cosmica, o almeno in molte persone c'è la paura di queste cose. Emergono nuovi leader che promettono protezione contro il caos e il disastro, ma le cui promesse sembrano agli altri invitare proprio queste cose.

Cosa dobbiamo fare in tali circostanze? Dobbiamo continuare a lavorare tranquillamente e guadagnarci il cibo che mangiamo, dice Paolo ai Tessalonicesi. Qualunque cosa accada è un'opportunità per rendere testimonianza, dice Gesù nel brano del Vangelo di Luca che leggiamo oggi. Ciò che tiene insieme tutto, al di là di ogni caos o disintegrazione, di ogni disastro o catastrofe, è il braccio potente di Dio. Non preparate la vostra difesa, dice Gesù, perché vi sarà data, da Gesù stesso, un'eloquenza e una saggezza a cui nessuno potrà resistere o contraddire.

Siate amici di voi stessi, scriveva Agostino, e allora la Parola di Dio sarà vostra amica, vostra saggezza e vostra salvezza. Ci è stata affidata la Parola di verità e di amore, per dirla con le nostre parole e testimoniarla con le nostre azioni. Non abbiamo accesso al quadro completo, nemmeno al giorno in cui il nostro mondo personale si dissolverà nella morte. Ma abbiamo fiducia nelle braccia potenti e gentili di Colui che ha portato il suo popolo attraverso innumerevoli disastri, attraverso innumerevoli anni, attraverso innumerevoli riconciliazioni. Quelle braccia, ora distese sulla croce, abbracciano completamente il mondo e la sua storia. Quel cuore, aperto davanti ai nostri occhi, arde di un amore che porta giudizio, sì, e dolorosa ricostruzione, ma è il Sole della Giustizia, il fuoco che Gesù è venuto ad accendere sulla terra, il fuoco dell'amore e dell'amicizia di Dio. Se Dio ci ha offerto la sua amicizia, possiamo offrirla a noi stessi e aprirci così al potere guaritore e salvifico della Parola di Dio. Possiamo essere ciò che siamo chiamati ad essere, portatori del fuoco divino, che incendierà il mondo.

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