Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 12 novembre 2025

Settimana 32 Mercoledi - Anno 1

Letture: Sapienza 6,1-11; Salmo 82; Luca 17,11-19

Gesù viaggia lungo un confine, tra la Galilea e la Samaria, diretto a Gerusalemme. Incontra un gruppo di persone costrette a vivere permanentemente su un confine, un gruppo di dieci lebbrosi. I lebbrosi erano costretti a vivere fuori, anche se è chiaro che ci sono stati momenti in cui si sono avvicinati alle persone sane e le persone sane si sono avvicinate a loro. Deve essere stata un'esistenza tesa e ansiosa. Come doveva essere regolato il traffico attraverso questo confine sociale?

Essi gridano a Gesù come fanno gli altri lebbrosi, così come innumerevoli persone che vengono da Gesù in cerca di guarigione. Tutti e dieci sono guariti fisicamente, ci dice il Vangelo, ma sembra che solo uno sia guarito spiritualmente. Solo uno è tornato per rendere grazie. Essere capaci di gratitudine significa essere graziati in modo più profondo. Significa riconoscere il dono di ciò che abbiamo e di ciò che siamo. Ancora più importante, significa riconoscere il donatore di tutti i doni che provengono dalla bontà e dall'amore generoso di Dio nostro Salvatore.

È una transizione importante nella vita spirituale quando le persone arrivano a concentrarsi su chi dona i doni piuttosto che sui doni che dona. È un altro confine lungo il quale ci troviamo a viaggiare: pensare a noi stessi e ai nostri bisogni, pensare all'altro e ai suoi doni. La capacità di essere grati significa libertà di ricevere, di essere in debito, di essere dipendenti e di riconoscere i legami che ci uniscono al di là di ogni tipo di confine.

La libertà di ricevere è anche la fonte della libertà di dare. Nel ricevere con gratitudine non solo impariamo a rendere grazie, ma troviamo anche la fiducia e la forza di dare, di condividere ciò che abbiamo e ciò che siamo (perché riceviamo continuamente ciò che abbiamo e ciò che siamo).

"Qual è la parola magica?", dicono i genitori ai figli quando insegnano loro ad essere grati. "Quali sono le parole salvifiche?", potremmo dire. Sono la gentilezza e l'amore generoso, la misericordia e il rinnovamento riversati in abbondanza, la grazia e la vita eterna, dal Figlio del Padre, nel dono dello Spirito Santo.

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