Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

giovedì 13 novembre 2025

Settimana 32 Giovedi - Anno 1

Letture: Sapienza 7,22-8,1; Salmo 119; Luca 17,20-25

Troviamo accenni alla Santissima Trinità in tutti i libri dell'Antico Testamento. Il Signore, Dio d'Israele, si rivela nella Sua saggezza e nel Suo spirito. A volte si tratta di Saggezza e Spirito, con le maiuscole, personificazioni delle qualità o caratteristiche di Dio che si riferiscono a diversi aspetti della presenza di Dio nella creazione e del rapporto della creazione con Dio. E a volte questi aspetti sono descritti in termini “personali”, in termini di consapevolezza, reattività e azione.

La prima lettura di oggi è un notevole inno alla Saggezza, una litania delle sue qualità e attività all'interno del creato. Ma a volte potrebbe essere considerato anche un inno allo Spirito di Dio. Infatti, si apre dicendoci che «nella saggezza c'è uno spirito, intelligente, santo, ecc.», e che la saggezza è «uno spirito che pervade tutti gli spiriti». Mobile al di là di ogni movimento, la saggezza penetra e pervade tutte le cose grazie alla sua purezza. Mentre rinnova tutte le cose - un'opera dello Spirito secondo altri testi della Bibbia - la Saggezza stessa rimane.

Chi dice che gli ebrei non fossero capaci di filosofia quanto i greci! Chi dice che i popoli “primitivi” del mondo antico non fossero capaci di un pensiero teologico sofisticato quanto quello che i moderni ritengono di avere! Ecco uno sforzo per descrivere la presenza divina nella creazione. Dio non è una delle cose all'interno della creazione, ma sta davanti a tutte loro. Dio non è un aspetto, un potere, un elemento o una forza all'interno della creazione, ma sta al di sotto di tutti gli aspetti, tutti i poteri, tutti gli elementi, tutte le forze. Dio non si trova nella creazione, ma si estende da un capo all'altro di essa: in altre parole, è il suo obiettivo tanto quanto ne è la fonte. Ma questo non significa spingere Dio fuori dalla creazione, dire che Dio non ha posto in essa solo perché non ne fa parte. Significa piuttosto che, mentre Dio è trascendente rispetto alla creazione, al di sopra e al di là di essa (ovviamente non in senso spaziale: questo significherebbe riportare Dio nell'universo e collocarlo da qualche parte), Dio è anche immanente, la realtà più profonda al centro di tutte le cose.

La Bibbia aggiunge una personalizzazione della Sapienza Divina a ciò che i filosofi di orientamento teologico già vedevano. Questo non si riferisce solo a quei testi biblici in cui la Sapienza di Dio è descritta come una donna che invita i suoi clienti a venire, a essere saggi, a imparare da lei, a mangiare il suo pane e a bere il suo vino. Si riferisce anche ai modi in cui la Saggezza Divina viene a dimorare nelle anime sante, vive e opera in esse, dimora nelle persone umane per produrre amici di Dio e profeti. Si riferisce ai modi in cui Dio dimorava in Abramo e Mosè, in Davide e Isaia: la Parola o la Saggezza di Dio posta in loro dallo Spirito di Dio che così parlava attraverso questi profeti.

I cristiani che leggono questi testi vedono un meraviglioso preludio a ciò che è rivelato in Gesù di Nazareth. Ecco colui che è più di un amico di Dio o di un profeta. Ecco colui che è il Messia. Più ancora, ecco colui in cui lo Spirito di Dio opera in modo unico, colui che è egli stesso la Saggezza o la Parola di Dio. La fine della prima lettura di oggi ci dice che la saggezza ha la precedenza sulla luce, perché la luce è vinta dalle tenebre, mentre la malvagità non può prevalere sulla saggezza: questo riappare nel prologo del Vangelo di San Giovanni che racconta l'Incarnazione della Parola di Dio - la luce che è venuta nel mondo, attraverso la quale tutte le cose sono state create, la vita degli esseri umani, una luce che le tenebre non possono vincere.

«La saggezza si estende da un capo all'altro con potenza e governa bene tutte le cose». È l'unico testo biblico citato nella famosa opera di Boezio De consolatione philosophiae. La saggezza governa bene tutte le cose e si estende da un capo all'altro.

Il Vangelo di oggi si adatta perfettamente a questo. Il regno di Dio (la presenza e la potenza di Dio) non è qui o là, ma è presente tra noi. Non può essere identificato con questo o quello perché è in tutte le cose e attraverso tutte le cose. La rivelazione di quel regno nella presenza e nel ritorno di Cristo realizza ciò di cui si parla nel testo della Sapienza. «Come un lampo illumina il cielo da un capo all'altro, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno».

Ecco la personificazione finale della Sapienza di Dio, rivelata in Gesù di Nazareth. Ma – mistero più strano di tutti – egli è destinato prima a soffrire grandemente e ad essere rifiutato. Nella saggia follia di Dio, Gesù stende le braccia sulla croce, da un lato all'altro, governando dolcemente tutte le cose da quella sedia da maestro, portandoci oltre qualsiasi cosa rivelata prima di allora sulla Sapienza e l'Amore di Dio. Tutta la filosofia è contenuta lì, tutta la nostra comprensione e conoscenza di Dio. È per questo che Edith Stein ha scritto della conoscenza che viene solo attraverso la croce. È per questo che Tommaso d'Aquino dice di aver imparato tutto, tutta la sua filosofia e teologia, dalla contemplazione di Cristo crocifisso.

Nessun commento:

Posta un commento