Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 7 giugno 2024

SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ (ANNO B)

Letture: Osea 11.1, 3-4, 8c-9; Isaia 12.2-3, 5-6; Efesini 3.8-12, 14-19

Con gli appelli così frequenti al "patriarcato", in tanti ambiti diversi della vita, può sembrare strano essere invitati, come lo sono le letture di oggi, a pensare a Dio come a un padre di infinita tenerezza. Eppure, contemplare questa immagine insolita di Dio potrebbe aiutarci a ricordare la gentilezza, la giocosità, l'attenzione e l'amore di tanti padri per i loro figli. Questo non vuol dire negare le esperienze contrarie di persone che hanno avuto a che fare con padri disturbati, arrabbiati, crudeli e incontrollati. Ma anche le esperienze positive di altri - si spera la maggioranza - non vanno negate.

Così Osea ci offre la meravigliosa immagine di Dio che tratta con Israele come un padre aiuta il figlio neonato a muovere i primi passi. Ha ancora bisogno di quella piccola imbracatura che in passato veniva usata per guidare il bambino, dandogli la libertà di avventurarsi da solo e, allo stesso tempo, aiutandolo a mantenere la rotta e a stare in piedi. Il padre solleva il figlioletto sulle guance, forse anche chinandosi per confortarlo o incoraggiarlo per gli sforzi che sta facendo. "Il mio cuore è sopraffatto", dice il Signore attraverso il profeta, come spesso i nostri cuori sono sopraffatti dal miracolo della nuova vita, dalla sua bellezza, dalla gioia di vedere un bambino che inizia a camminare da solo.

E, dice Dio, è da quel serbatoio di misericordia e di amore che agirò, anche quando il mio popolo, ormai cresciuto, mi rifiuta e mi ignora. Vediamo quel serbatoio rompere gli argini, sgorgare dalla croce quando il cuore di Gesù viene aperto con la lancia. Sangue e acqua sgorgano - un momento cruciale, come ci dice la verifica riportata nella lettura del Vangelo. Questi rappresentano i sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia, in cui il Padre continua a far vivere i suoi figli, una vita nuova ed eterna, e si china nel mistero dell'Eucaristia per accarezzare le loro guance, per nutrirli mentre imparano a camminare in questa nuova vita.

Ora, dopo Cristo, sappiamo che tutto questo è opera della Trinità che è Dio. Il Padre, attraverso lo Spirito, ora rafforza i suoi figli dall'interno. Non è più un'imbracatura esterna a guidarli e a proteggerli. Il Padre fa in modo che Cristo abiti nei loro cuori, affinché imparino da questo Padre e siano a loro volta radicati e arrotondati nell'amore che è Dio. È la vita di Dio ed è la vita che Dio vuole condividere con il suo popolo, la vita trinitaria di conoscenza e di amore reciproco.

E non è solo una licenza poetica parlare della tenerezza di Dio come infinita. La dolcezza di Dio nei nostri confronti, in Cristo e nello Spirito, ci aiuterà a comprendere l'ampiezza e la lunghezza, l'altezza e la profondità di Cristo che superano la conoscenza. Il padre umano desidera che il figlio cresca e fiorisca, che sia felice e realizzato. Allo stesso modo Dio, come nostro Padre amorevole, desidera condividere tutto ciò che ha ed è con noi. Meraviglia delle meraviglie, significa essere riempiti della pienezza di Dio: l'amore infinito e tenero.


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