Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 16 giugno 2024

Settimana 11 Domenica (Anno B)

Letture: Ezechiele 17:22-24; Salmo ; 2 Corinzi 5:6-10; Marco 4:26-34

Durante la settimana mia sorella, che vive in Australia, ha inviato alcune splendide fotografie del paesaggio invernale vicino all'estuario del fiume Murray. Nel frattempo, a Roma c'è l'annuale sorpresa di vedere ancora una volta quanta vegetazione c'è in città, cosa che gli spogli mesi invernali possono farci dimenticare.

Le letture di oggi sono piene di vegetazione: semi e arbusti, germogli e rami, pale e spighe, grano e raccolto. La parabola di Gesù riecheggia chiaramente il testo di Ezechiele della prima lettura. Israele è piccolo, solo un germoglio, ma cresce per grazia di Dio fino a diventare un grande cedro, che offre ospitalità a uccelli di ogni genere. Le altre nazioni - "tutti gli alberi del campo" - vedranno la mano del Signore all'opera.

Gesù lo ripete, quasi parola per parola, solo che ora lo applica al "regno di Dio". Questo non si identifica semplicemente con Israele. Tra Ezechiele e Gesù ci sono state altre esperienze e perdite che hanno imposto una riflessione continua sul servizio che quest'albero doveva offrire agli "uccelli del cielo", su quale lezione su Dio si voleva che "tutti gli alberi del campo" imparassero da questo piccolo seme diventato la più grande delle piante. 

Non possiamo nemmeno fare una semplice identificazione tra il Regno di Dio che sta arrivando e qualsiasi anticipazione storica o istituzionale di esso. Si tratta di una "casa" verso la quale siamo ancora in attesa, come dice Paolo nella seconda lettura. Siamo già "a casa nel corpo", il che significa essere lontani dal Signore. Ma il desiderio di essere "a casa" con il Signore significherebbe essere lontani dal corpo. In ogni caso, il coraggio è richiesto, dice, per rimanere in questa nostra prima casa, camminando per fede e non per vista, o per essere pronti a lasciare questa casa per quella eterna con il Signore.

È importante cercare di capire dove siamo, in quale stagione del grande progetto di Dio stiamo vivendo la nostra vita. Tra la semina e la raccolta dei frutti ci sono molte stagioni da vivere. È estate o inverno, primavera o autunno, per Israele o per la Chiesa? Per me o per voi nei nostri viaggi personali?

Il messaggio di oggi è di essere coraggiosi, indipendentemente da dove ci troviamo. Il progetto sta prendendo forma, anche se silenziosamente, spesso invisibilmente, a volte paradossalmente, andando verso il suo compimento nella messe del Signore. Il nostro compito è quello di tenere il cuore e la mente fissi su Cristo, aspirando semplicemente a piacergli e lasciando che sia lui a determinare il modo migliore per noi di portare frutto.

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