Martedì della V settimana di Pasqua
La
prima lettura di oggi contiene la frase "porta della fede" che dà il nome alla lettera apostolica di Benedetto XVI che ha aperto l'Anno
della Fede celebrato dalla Chiesa nel 2012-2013. Con
queste parole, gli Atti degli Apostoli riassumono ciò che Dio ha fatto con Paolo e
Barnaba nel loro primo viaggio missionario: ha aperto una porta di fede per i pagani. Itineranti e carismatici, questi predicatori hanno portato il Vangelo in primo
luogo alle comunità ebraiche dell'Asia Minore, e poi a tutti i Gentili
che erano disposti ad ascoltare. Il
loro messaggio era che Gesù di Nazareth è il Messia promesso
nell'Antico Testamento, che egli è infatti il Figlio di Dio, che la
salvezza è solamente nel suo nome e che la sua morte e la sua resurrezione
hanno trasformato il rapporto tra gli esseri umani e Dio. Coloro
che, mediante la predicazione degli apostoli, si sono convinti della
verità di questo, sono stati battezzati per il perdono dei loro peccati. Dovevano allora vivere secondo questa nuova Via, nella preghiera, nell'amore
reciproco, nella condivisione dei beni, nella celebrazione dell'Eucaristia e
nella testimonianza del loro Signore.
Non tutti erano chiamati a seguire Paolo, Barnaba e gli altri apostoli, come predicatori itineranti e fondatori di chiese. Alcuni di loro sono stati chiamati a questo - Timoteo, Tito, Sila e altri, il cui lavoro è registrato negli Atti e nelle Lettere di Paolo. Ma la maggior parte di loro rimaneva dove vivevano, restando nelle loro famiglie e portando avanti il loro lavoro, Cristiani "ordinari" che credevano in Cristo e cercavano di vivere la loro fede e le domande di quella fede nel corso della loro vita "ordinaria".
Infatti, questo brano degli Atti è uno dei primi in cui sentiamo che la Chiesa si organizza. Paolo ha nominato presbiteri o 'anziani' in ogni chiesa, ci è stato detto. In linguaggio moderno, potremmo dire che 'ordinò sacerdoti'. Questi rimasero lì come dirigenti delle comunità, adattando una forma di governo presa in prestito dal giudaismo. La solennità di questo momento di ordinazione o di nomina è dimostrata dal fatto che Paolo e Barnaba hanno pregato e digiunato prima di prendere le loro decisioni. Allo stesso modo, la chiesa di Antiochia aveva pregato e digiunato prima di imporre le mani su Paolo e Barnaba, scelti per il viaggio missionario appena fatto. Vediamo come è la Chiesa che nomina i suoi leaders, pregando per ricevere la luce dello Spirito Santo quando fa la sua scelta, pregando (e digiunando!) in preparazione a questo compito.
Le chiese iniziano a conoscere la pace: ci viene detto di tanto in tanto negli Atti degli Apostoli. Ma la pace ricevuta attraverso questa nuova fede era del tipo descritto da Gesù nella lettura evangelica odierna. La pace non è quella che dà il mondo: il modo con cui il Signore Risorto dà la pace è qualcosa di più profondo, più durevole, più misterioso, spesso paradossale. Essa può coesistere con il rifiuto e la persecuzione, come hanno scoperto Paolo e Barnaba: mentre scuotono la polvere dai piedi quando partono da Antiochia a Pisidia, essi sono "pieni di gioia e dello Spirito Santo" (Atti 13: 51-52). La loro fede dà loro pazienza e perseveranza a continuare nella loro missione di incoraggiare e rafforzare i credenti, esortandoli a perseverare, anch'essi, nella fede. Così come è stato necessario per il Cristo soffrire e perciò entrare nella sua gloria, così «è necessario che entriamo nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (Atti 14:22).
Le letture di oggi ci presentano una 'fotografia' della Chiesa nascente. La comunità dei credenti è missionaria e domestica, itinerante e strutturata, universale e locale, nel mondo, chiaramente, ma sempre in qualche modo 'non del mondo'; una Chiesa accolta da alcuni e rifiutata da altri, che porta una meravigliosa promessa di grazia e di pace, ma per svariati motivi provoca anche rifiuto e rabbia. Non essere turbato o impaurito, Gesù dice ai discepoli, il mio andare al Padre è un motivo di gioia perché sarò con il Padre e 'il Padre è più grande di me'.
Non tutti erano chiamati a seguire Paolo, Barnaba e gli altri apostoli, come predicatori itineranti e fondatori di chiese. Alcuni di loro sono stati chiamati a questo - Timoteo, Tito, Sila e altri, il cui lavoro è registrato negli Atti e nelle Lettere di Paolo. Ma la maggior parte di loro rimaneva dove vivevano, restando nelle loro famiglie e portando avanti il loro lavoro, Cristiani "ordinari" che credevano in Cristo e cercavano di vivere la loro fede e le domande di quella fede nel corso della loro vita "ordinaria".
Infatti, questo brano degli Atti è uno dei primi in cui sentiamo che la Chiesa si organizza. Paolo ha nominato presbiteri o 'anziani' in ogni chiesa, ci è stato detto. In linguaggio moderno, potremmo dire che 'ordinò sacerdoti'. Questi rimasero lì come dirigenti delle comunità, adattando una forma di governo presa in prestito dal giudaismo. La solennità di questo momento di ordinazione o di nomina è dimostrata dal fatto che Paolo e Barnaba hanno pregato e digiunato prima di prendere le loro decisioni. Allo stesso modo, la chiesa di Antiochia aveva pregato e digiunato prima di imporre le mani su Paolo e Barnaba, scelti per il viaggio missionario appena fatto. Vediamo come è la Chiesa che nomina i suoi leaders, pregando per ricevere la luce dello Spirito Santo quando fa la sua scelta, pregando (e digiunando!) in preparazione a questo compito.
Le chiese iniziano a conoscere la pace: ci viene detto di tanto in tanto negli Atti degli Apostoli. Ma la pace ricevuta attraverso questa nuova fede era del tipo descritto da Gesù nella lettura evangelica odierna. La pace non è quella che dà il mondo: il modo con cui il Signore Risorto dà la pace è qualcosa di più profondo, più durevole, più misterioso, spesso paradossale. Essa può coesistere con il rifiuto e la persecuzione, come hanno scoperto Paolo e Barnaba: mentre scuotono la polvere dai piedi quando partono da Antiochia a Pisidia, essi sono "pieni di gioia e dello Spirito Santo" (Atti 13: 51-52). La loro fede dà loro pazienza e perseveranza a continuare nella loro missione di incoraggiare e rafforzare i credenti, esortandoli a perseverare, anch'essi, nella fede. Così come è stato necessario per il Cristo soffrire e perciò entrare nella sua gloria, così «è necessario che entriamo nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni» (Atti 14:22).
Le letture di oggi ci presentano una 'fotografia' della Chiesa nascente. La comunità dei credenti è missionaria e domestica, itinerante e strutturata, universale e locale, nel mondo, chiaramente, ma sempre in qualche modo 'non del mondo'; una Chiesa accolta da alcuni e rifiutata da altri, che porta una meravigliosa promessa di grazia e di pace, ma per svariati motivi provoca anche rifiuto e rabbia. Non essere turbato o impaurito, Gesù dice ai discepoli, il mio andare al Padre è un motivo di gioia perché sarò con il Padre e 'il Padre è più grande di me'.
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