Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 16 maggio 2025

Quarta Settimana di Pasqua - Venerdì

Letture: Atti 13,26-33; Salmo 2; Giovanni 14,1-6

Quando Benedetto XVI scelse questo nome come papa, richiamò l'attenzione su uno dei papi dimenticati del XX secolo, Giacomo Della Chiesa, che regnò come Benedetto XV dal settembre 1914 al gennaio 1922. Il suo pontificato fu dominato dalla prima guerra mondiale e dalle sue conseguenze. È ricordato come un papa che dedicò le sue energie, insieme alla sua vasta esperienza e abilità diplomatica, a incoraggiare la riconciliazione e la ricostruzione della pace, soprattutto in Europa e tra la Chiesa e lo Stato in molte nazioni, non da ultimo in Italia.

Il motto di Benedetto XV era il primo versetto del Salmo 70 (71): “In te, Signore, mi rifugio; non lasciarmi mai vergognare”. È anche l'ultimo versetto del Te Deum, il grande inno di lode e ringraziamento della Chiesa, cantato alla fine delle guerre e delle pestilenze, alla fine di ogni anno e in momenti di particolare gratitudine. Quel versetto finale recita: «In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum», «In te, Signore, ho sperato: non lasciarmi perduto per sempre». È una preghiera solenne alla fine di un grande inno, resa ancora più solenne e seria dalla musica con cui è spesso cantata. Essere perduti è già abbastanza grave. Essere perduti per sempre sarebbe terribile, terribile oltre ogni dire.

Accanto a questa preghiera, mettiamo la famosa dichiarazione di Gesù nel Vangelo di oggi: “Io sono la via, la verità e la vita”. Essa affronta tre modi in cui le persone possono perdersi e ci ricorda che il Signore in cui confidiamo ci salva da ciascuno di essi.

Se non so dove mi trovo, o non so dove sto andando, allora sono perduto. Come dice Tommaso – sì, proprio il dubbioso! – nella domanda ragionevole che ha suscitato la dichiarazione di Gesù: «Noi non sappiamo dove vai: come possiamo sapere la via?». «Io sono la via...». Gesù è il nostro compagno presente, il nostro destino futuro e la nostra guida se vogliamo arrivare da qui a lì. Poiché egli è la via, stare con lui significa che non possiamo perderci nel nostro viaggio.

Se sono ignorante o in errore su cose che dovrei sapere e conoscere correttamente, o su cose che dovrei capire e accettare, allora sono, ancora una volta, perduto. Lo diciamo spesso quando cerchiamo di capire qualcosa di difficile: «Sono perduto». «Che cos'è la verità?» è una domanda sulle labbra di un altro dubbioso, Ponzio Pilato, una domanda alla quale Gesù non risponde. Forse ha già risposto nel brano del Vangelo di oggi: «Io sono la verità»? Pilato avrebbe dovuto saperlo? Gesù gli aveva appena detto che la sua missione era quella di testimoniare la verità e Pilato, inconsapevolmente, lo aiuta a compiere quella missione. Poiché Gesù è la verità, stare con lui significa che non possiamo perderci nell'ignoranza o nell'errore.

La nostra natura animale reagisce con forza a tutto ciò che minaccia la sua vita. Perdere la vita è, per qualsiasi essere vivente, il modo definitivo di perdersi. Perdersi qui significa morire, cessare di esistere, perdersi per sempre, poiché una volta che la natura animale perde la vita, cosa può restituirgliela? Ci sono molti livelli su cui siamo vivi: la vita biologica, la vita intellettuale, la vita sociale, la vita spirituale. Proprio come viviamo su tutti questi livelli, possiamo anche morire su tutti questi livelli. Gesù ha già insegnato ai discepoli che è venuto affinché avessero la vita in tutta la sua pienezza. Tutto questo, più un livello di vita al di là di ogni nostra immaginazione, ci è offerto da Gesù, che è l'Autore della vita, il primogenito di tutta la creazione e il primogenito dai morti. Poiché Gesù è la vita, rimanere con lui significa che non possiamo perderci nella morte, non possiamo perderci per sempre.

«Tutte le promesse di Dio sono adempiute nella risurrezione di Gesù dai morti»: lo predica Paolo nella prima lettura di oggi. La preghiera del Salmo 70 (71) è quindi esaudita. Non sarete perduti per sempre perché Colui che è risorto dai morti è la vostra via, la vostra verità e la vostra vita. «Le mie pecore ascoltano la mia voce», ci ha detto Gesù all'inizio di questa settimana, «io le conosco ed esse mi seguono, io do loro la vita eterna e non saranno mai perdute».

A volte ci sentiremo persi nel corso della nostra vita - riguardo a dove siamo, a cosa è vero, a come vivere la vita nella sua pienezza - ma riporre la nostra speranza in Gesù Cristo significa che non possiamo essere perduti per sempre. Viaggeremo in sicurezza lungo il cammino. Vivremo nella luce della verità. Godremo della pienezza della vita.

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