Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 11 gennaio 2025

11 Gennaio

 Letture: 1 Giovanni 5,5-13; Salmo 147; Luca 5,12-16

Alcuni degli avvenimenti che stanno accadendo nel mondo potrebbero indurci a pensare che ritirarsi in un luogo deserto a pregare, come fa Gesù alla fine del Vangelo di oggi, potrebbe essere la cosa migliore da fare all'inizio di quest'anno. I disastri naturali, le guerre in corso e le minacce di guerra, la crisi climatica, i crimini di violenza e gli abusi sessuali, i tassi di aborto e di suicidio: tutto questo può sembrare troppo, lasciandoci tristi, impauriti e impotenti. L'uomo che Gesù incontra nel Vangelo di oggi è “pieno di lebbra”, proprio come il mondo di oggi può sembrare completamente malato. Gesù ha risorse che (sembra) noi non abbiamo: può stendere la mano, toccare l'uomo e guarirlo in un istante, perché è questo che vuole: “Lo voglio. Sii purificato”.

Il Verbo di Dio si è fatto carne e abita in mezzo a noi, Gesù è venuto proprio per affrontare la malattia del mondo e lo fa predicando la verità, insegnando la via della saggezza per gli esseri umani, guarendo i malati, allontanando i demoni. C'è un ritmo di contemplazione e azione nel suo ministero. Tutta la sua vita nascosta, tra i dodici e i trent'anni, è una sorta di lunga preparazione contemplativa al suo breve ma rivoluzionario ministero pubblico. Durante questi anni cresce in sapienza e grazia davanti a Dio e agli uomini. Una volta iniziato il suo ministero, però, i suoi momenti di contemplazione sono pochi e lontani, e la gente lo cerca continuamente.

Ma è vero che lui ha risorse che noi non abbiamo? Da qualche parte dice che coloro che credono in lui compiranno azioni grandi come le sue, e anche di più. La sua mano tesa che tocca le persone assume ora la forma della vita sacramentale della Chiesa - l'acqua e il sangue ne sono testimoni, il battesimo e l'Eucaristia. La sua volontà di guarirci e il suo comando che bandisce la malattia assumono ora la forma della sua parola predicata in tanti luoghi ogni giorno, la parola con cui ci dice ancora: “Io voglio, siate puliti”. Siamo purificati dalla sua parola, ci dice Giovanni nel suo Vangelo (15,3).

E lo Spirito è il terzo testimone che accompagna i sacramenti e la parola, la testimonianza di Dio all'interno degli esseri umani che già stabilisce la vita eterna in coloro che la ricevono. Nella sua lettera Giovanni vuole che i suoi lettori sappiano che hanno già la vita eterna, che sono stati unti con lo Spirito Santo, che sono stati resi partecipi della natura divina (è la seconda lettera di Pietro 1.4): in altre parole, le risorse a disposizione di Gesù sono state condivise con coloro che credono in lui.

Abbiamo anche bisogno di momenti contemplativi in cui recuperare il senso dei doni che abbiamo già ricevuto. Forse è più urgente che mai all'inizio di quest'anno con tutto ciò che può appesantirci. Mentre il mondo entra in quello che sembra un luogo oscuro, è più che mai urgente che ci uniamo a Gesù in luoghi deserti per pregare. Ma è urgente anche che lo facciamo non per sfuggire a ciò che può sembrare opprimente, un mondo “pieno di lebbra”, ma per tornare, in questo anno giubilare, a ciò che ci è stato dato come nostro possesso, una partecipazione al Suo Spirito. Se ce ne siamo dimenticati, o abbiamo in qualche modo perso il contatto con esso, o ne siamo diventati estranei, allora questo è il momento di tornare ad esso. È la nostra terra e la nostra eredità, donataci dal Signore. Il Giubileo, o Anno Santo, è un momento in cui siamo purificati e rafforzati, per poter risplendere come le luci in questo mondo oscuro che siamo chiamati a essere, persone di verità, giustizia, compassione e amore. Queste sono le risorse che guariscono e salvano e Dio ci ha resi collaboratori di Cristo per vivere e agire come lui, per praticare queste virtù e così, a nostra volta, guarire e rafforzare il nostro mondo.


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