Letture: Siracide 4,11-19; Salmo 118 (119); Marco 9,38-40
“Andare a letto presto, alzarsi presto, rende sani, ricchi e saggi”. Così ci hanno insegnato da bambini. Nella traduzione qui riportata manca la parola “presto”. Si trova all'inizio della prima lettura di oggi: “Chi cerca la saggezza presto, otterrà il favore del Signore” (Siracide 4,12).
Non è chiaro se significhi al mattino presto o quando si è giovani. Potrebbe essere il primo. Una delle cose che colpiscono della letteratura sapienziale è che è probabile che si occupi di cose ordinarie e banali come di cose profonde e insolite. In ogni caso, il lettore è incoraggiato a iniziare la ricerca della saggezza il più presto possibile, prima piuttosto che dopo, oggi piuttosto che domani.
Tuttavia, all'inizio c'è un periodo di prova o di iniziazione. (È necessario del tempo per abituarsi alla saggezza. Essa fa la difficile, si nasconde di tanto in tanto e si concede definitivamente solo a chi persevera nelle discipline necessarie per stare con lei. La comprensione delle sue vie non è immediata o diretta, non siamo subito a nostro agio l'uno con l'altro. Nella traduzione qui linkata si dice che la Sapienza “cammina con (noi) come un'estranea” e la Revised Standard Version dice “camminerà con (noi) sotto mentite spoglie”.
Ci fa venire in mente il viaggio verso Emmaus, quando i discepoli, disillusi dall'esperienza a Gerusalemme, vengono raggiunti nel loro cammino desolato da uno sconosciuto. Sappiamo che è il Signore risorto, ma qualcosa impedisce loro di riconoscerlo. Si comporta come la Sapienza. Così è con loro inizialmente sotto mentite spoglie, come uno straniero. Apre loro le Scritture, dando loro conoscenza e comprensione. Interpreta il tempo della prova che si è abbattuto su di loro e su di lui. Lo invitano a condividere il loro pasto, ma in realtà è lui che li porta al suo pasto, ed essi lo riconoscono nello spezzare il pane. Il pasto che la Sapienza offre ai suoi clienti è uno dei pasti che informa la nostra comprensione dell'Eucaristia.
Dopo aver superato questo periodo di prova, i cercatori di saggezza la possiedono come non avevano fatto prima. Ella torna subito da loro”, ci dice il Siracide, ‘per rafforzarli e rallegrarli, per rivelare loro i suoi segreti e per dare loro conoscenza e discernimento’. In un'inaspettata realizzazione di queste descrizioni della sapienza, Gesù risorto dai morti torna subito dai suoi discepoli, per rafforzarli e rallegrarli, per rivelare loro i suoi segreti e per dare loro nuova conoscenza e discernimento. Questo lo fa nel suo insegnamento, nei pasti che condivide con loro, nella partecipazione al suo Spirito che rende loro possibile, nella vita sacramentale della Chiesa che porta loro la sua vita.
È il Profeta di cui parla la Legge. È il Messia di cui parlano i Profeti. Ed è anche la Sapienza divina di cui parlano gli Scritti e i Salmi (Luca 24:27, 44).
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