Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 26 maggio 2024

Domenica della Santissima Trinità

Letture: Deuteronomio 4:32-34, 39-40; Salmo 32; Romani 8:14-17; Matteo 28:16-20

Se vuoi conoscermi, vieni a vivere con me". L'ho sentito dire spesso quando sono cresciuto. È solo condividendo la vita che ci si conosce davvero. Vivendo a stretto contatto, conosciamo i pensieri e i sentimenti dell'altro, il modo in cui reagiamo e rispondiamo alle varie situazioni e circostanze. Si può dire che è solo vivendo insieme che si arriva a sapere cosa c'è nella mente di una persona e cosa c'è nel suo cuore.

È in questa esperienza ordinaria che si rivela la dottrina della Santissima Trinità. In Gesù, Dio è venuto a vivere con noi e noi lo abbiamo conosciuto. Ci è stato dato un assaggio della vita interiore di Dio, venendo a sapere cosa c'è nella mente di Dio e cosa c'è nel suo cuore.

Già nell'Antico Testamento si comprende che questo Dio, il Signore, il Dio di Israele, era diverso. Laddove si pensava che altri dei interferissero negli affari umani, il Signore, il Dio di Israele, veniva coinvolto negli affari umani. Si potrebbe pensare che una divinità distante interferisca, ma il Dio che si coinvolge non può essere considerato distante. Dio si è avventurato, ci ricorda la prima lettura di oggi, identificandosi con un particolare popolo nelle sue lotte e nella sua storia. Con questo popolo (ma sempre con lo sguardo rivolto a tutte le nazioni della terra), Dio ha stabilito un'alleanza in cui sarebbe stato il suo Dio e loro sarebbero stati il suo popolo.

Segue un lungo processo di "conoscenza", anni di vagabondaggio nel deserto, anni di insediamento nella terra di Canaan, diverse forme di governo e di culto religioso, diversi momenti di peccato e di fedeltà: attraverso tutte le vicissitudini della storia si continua a forgiare il rapporto, un rapporto la cui storia è registrata negli scritti storici, sapienziali e profetici di Israele. Essa giunge al suo culmine con Gesù, il Cristo, che stabilisce una nuova ed eterna alleanza con il popolo di Dio. Il Verbo si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi, mostrandoci com'è il Padre. Nessuno ha mai visto Dio, è l'unico Figlio che è più vicino al cuore del Padre, lo ha fatto conoscere.

Tornato al Padre, ha inviato lo Spirito perché non solo conoscessimo Dio - come se fossimo estranei e spettatori, come se Dio fosse ancora lontano - ma perché fossimo membri della famiglia di Dio, figli di Dio, capaci di dire, con Gesù, "Abbà, Padre". Egli è venuto a condividere la nostra vita perché noi potessimo condividere la vita di Dio. Il processo di "conoscenza" continua mentre cerchiamo i misteri di Cristo e gli permettiamo di cercare la nostra mente e il nostro cuore.

Siamo arrivati a conoscere la mente e il cuore di Dio, la Parola e lo Spirito, e questo è avvenuto perché egli ha condiviso la nostra vita e ha mandato il suo Spirito ad abitare in noi. La "condivisione della vita" è necessariamente reciproca: condividendo la nostra vita, Dio ci ha fatto partecipi della sua vita.

Secondo la lettura del Vangelo, il nostro compito è missionario, andare a predicare la grande buona notizia. Dobbiamo testimoniarla, dicendo a tutti che è arrivato il regno di Dio. È una buona notizia, una grande notizia, che invita tutti a vivere pienamente come membri della famiglia di Dio. La dignità dei figli di Dio consiste in questo: conoscere Dio vivendo con Dio. Dio rende possibile questa convivenza e il luogo in cui impariamo a conoscerla è la famiglia che ha istituito nella storia umana, la comunità che chiamiamo Chiesa.

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