Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 20 maggio 2024

Maria, Madre della Chiesa

 Letture: Genesi 3:9-15, 20 o Atti 1:12-14; Salmo 87; Giovanni 19:25-34

Sono poche le omelie davvero memorabili. Per ogni persona suppongo che ce ne siano alcune che rimangono nella memoria, forse più per il significato personale che hanno per ciascuno che per qualsiasi altro aspetto. A volte, però, è l'originalità di un'omelia a farla rimanere impressa.

Una di queste omelie per me è stata tenuta da Herbert McCabe OP, predicando sulla lettura del Vangelo di oggi, scelta per questa nuova memoria di Maria, Madre della Chiesa. Di solito lavoriamo con questo testo nella sua forma finale, come si trova nelle nostre Bibbie, in cui Gesù vede sua madre e il discepolo che amava, e dice qualcosa a ciascuno di loro, cose che sembrano una coppia ordinata di detti che vanno perfettamente insieme - donna (Maria) ecco tuo figlio (il discepolo amato), ecco (discepolo amato) tua madre (Maria). Ma Herbert ha proposto che la forma originale di questa parola dalla croce fosse semplicemente tra Gesù e Maria: vedendo sua madre disse "donna, ecco tuo figlio".

I suoi commenti al riguardo sono contenuti in un'omelia intitolata "Le nozze di Cana" (Dio, Cristo e noi, 2003, pp. 79-82). Egli sviluppa il suo pensiero a partire dal fatto che le parole di Gesù a Maria e ai discepoli amati in Giovanni 19 hanno molte eco della festa delle nozze di Cana in Giovanni 2. Ci sono molti collegamenti tra i due testi, in particolare Gesù si rivolge a sua madre come "donna" e parla della sua "ora". Dicendo "ecco tuo figlio", riferendosi a se stesso, le mostra ciò che lei stava realmente chiedendo quando, a Cana, gli chiese di anticipare quest'ora.

Rimane una lettura molto adatta alla memoria di oggi, sia che si segua l'interpretazione normale sia quella più eccentrica di McCabe. Maria è Madre della Chiesa come madre di Gesù, perché la Chiesa è il Corpo di Cristo. Maria è Madre della Chiesa nel suo prendersi cura e nell'essere curata dal discepolo che Gesù amava, perché i discepoli di Gesù, battezzati in lui, sono membri di quel corpo che egli ha avuto da lei e quindi hanno diritto alle cure materne di Maria.

Ecco tuo figlio" dice Gesù a Maria, mostrando a lei e a tutti noi il tipo di Messia che era destinato ad essere. Ecco l'ora in cui il Padre viene glorificato da lui. Maria ha un posto particolare in questa storia, in relazione a Gesù e in relazione a tutti coloro che appartengono a Gesù. Maria è con i membri del corpo di Cristo nella preghiera e nella carità, ma è anche con loro nella sofferenza, quando a ciascuno viene chiesto di prendere la propria croce e di seguire la via del Figlio. Anche in questo ha il primo posto tra i discepoli.

Ed è quello che l'interpretazione McCabe vuole sottolineare. Maria è Madre della Chiesa, sì, ma solo perché è in primo luogo Madre di Gesù, madre del Messia, condividendo la sua ora con particolare forza per poter essere materna nella sua cura per il discepolo amato, per tutti gli apostoli e i discepoli del Signore, per tutti gli uomini e le donne che sono stati, o sono, o saranno, membri del suo Corpo.

È per il suo rapporto con Gesù che Maria è Madre della Chiesa e, ogni giorno, della nostra vita, della nostra dolcezza e della nostra speranza.

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