Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 6 dicembre 2025

AVVENTO PRIMA SETTIMANA SABATO

Letture: Isaia 30,19-21.23-26; Salmo 146; Matteo 9,35-10,1.6-8

Il Signore ricostruisce Gerusalemme e riporta gli esuli d'Israele, guarisce i cuori affranti e fascia tutte le loro ferite. Così recita il salmo di oggi. La prima lettura è molto simile, parla di guarigione e di restaurazione, di un nuovo momento di sicurezza e di abbondanza. Possiamo immaginare Gerusalemme come una città distrutta dalla guerra e il Signore che si muove per le strade di quella città, cercando i malati e i bisognosi, gli affamati e gli abbandonati.

Una cosa che si nota nella prima lettura e che non è menzionata nel salmo è che è il Signore che ha inflitto al suo popolo le sofferenze dalle quali ora lo sta salvando! Egli è, dice Isaia, il loro maestro, che mostra la via al popolo, ed è il loro medico, che guarisce le ferite che i suoi colpi hanno lasciato.

Ciò solleva interrogativi sul significato della sofferenza e sul perché le cose cattive accadono alle persone. «Devo aver fatto qualcosa di veramente grave per essere finito così», mi disse una volta un cugino malato. La proposta di Isaia oggi è quella di vedere nella sofferenza uno scopo pedagogico, non semplicemente una punizione per il peccato. Ci sono cose che dobbiamo imparare, virtù da acquisire, modi di vedere da correggere, realtà da apprezzare. E sembra che spesso, forse sempre, sia solo attraverso la sofferenza che gli esseri umani imparano, acquisiscono, correggono e apprezzano.

La lettura del Vangelo continua su questa linea, ma aggiunge qualcosa di significativo. Qui Gesù si muove tra le città e i villaggi, facendo ciò di cui parlano la prima lettura e il salmo. Guarisce e insegna, è mosso dalla compassione, vede il panorama spirituale devastato in cui il popolo vaga, tormentato e abbattuto.

Un cambiamento rispetto a ciò che abbiamo già visto è che Gesù delega il lavoro di guarigione e di insegnamento ai dodici discepoli. Essi sono stati con lui, sono stati istruiti e guariti, e ora sono pronti a partecipare alla mietitura. Egli conferisce loro poteri straordinari, per curare le malattie e scacciare i demoni, per purificare i lebbrosi e persino risuscitare i morti. Le opere che Dio compie tra il popolo devono essere intraprese dal popolo stesso o almeno da coloro che sono stati chiamati tra loro per servire l'opera del Signore a loro nome.

Un altro cambiamento significativo è che il Signore, il Messia, prenderà su di sé le sofferenze del suo popolo, entrando in esse in un modo mai visto prima. Questo punto sulla nuova partecipazione del Signore alle sofferenze del suo popolo riguarda più la Quaresima e la Pasqua che l'Avvento e il Natale. È qualcosa che deve ancora essere rivelato su come il regno dei cieli, quel regno di guarigione e rinnovamento, sarà finalmente stabilito. Ma è importante ricordarlo già ora, mentre guardiamo il paesaggio devastato del mondo nel dicembre 2024.

La preghiera di apertura di oggi dice che il Figlio viene per liberare il genere umano dalla sua antica schiavitù e per offrirci la vera libertà. Che possiamo essere pronti a ricevere i doni che ci porta, pronti a imparare e a soffrire con lui, pronti al servizio reciproco che egli desidera delegarci.

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