Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

mercoledì 3 dicembre 2025

AVVENTO PRIMA SETTIMANA MERCOLEDI

Letture: Isaia 25,6-10; Salmo 22; Matteo 15,29-37

Tutte e tre le letture parlano del Signore che nutre il suo popolo. Il pesce e il pane della miracolosa moltiplicazione raccontata nel Vangelo potrebbero sembrare molto lontani dal cibo ricco e succulento e dai vini pregiati di cui parla Isaia nella prima lettura. Né il pesce e il pane sembrano adatti come menu per il banchetto di cui sentiamo parlare nel salmo. A meno che, naturalmente...

A meno che cosa? Beh, in Irlanda diciamo che la fame è il miglior condimento. Il cibo che in tempi di abbondanza sembra povero e poco appetitoso, in tempi di carestia o di grande bisogno sarà accolto come molto soddisfacente e persino desiderabile. Finché è genuino, sarà sicuramente ben accetto da una persona affamata. Durante una Quaresima ho trascorso un po' di tempo in un monastero che osservava un digiuno rigoroso. Dopo tre giorni, l'umile colazione a base di pane e burro con caffè era diventata per me un banchetto.

Il Vangelo ci dice che il popolo era stato con Gesù per lo stesso periodo di tempo, tre giorni. Avranno quindi sviluppato un certo appetito, portando i loro parenti e amici malati da Gesù, speranzosi ma ancora ansiosi, forse dopo aver percorso lunghe distanze.

Quindi ciò che conta come banchetto dipende anche dalla fame di coloro che hanno bisogno di mangiare. E forse questo è anche un modo per descrivere l'opera dell'Avvento: ci viene dato questo tempo per stimolare l'appetito per Colui che sta arrivando. Il punto non è solo quanto sarà gloriosa e splendida quella venuta. Ci sfuggirà se non siamo disposti a riceverla, se non abbiamo appetito per essa, se soddisfiamo la fame delle nostre anime con cibo più immediato, forse più raffinato, ma meno sano.

Il Signore sta venendo per salvarci, ma cosa succede se non abbiamo bisogno di un Salvatore? Cosa succede se troviamo già abbastanza salvezza altrove? Il pesce e il pane potrebbero sembrare niente in confronto al cibo succulento e ai vini pregiati che troviamo altrove. Ma se siamo zoppi o storpi, ciechi o muti, se siamo affamati e bisognosi, ansiosi e stanchi per aver già viaggiato così lontano, allora la Sua venuta sarà meravigliosa e la apprezzeremo. Sarà sufficiente averLo con noi. Il pesce e il pane che ci offre saranno gloriosi e appaganti perché Lo riconosceremo in questi doni, cibo dal cielo, che contiene ogni piacere, ogni delizia, ogni benedizione.

Il Signore che viene è pieno di compassione per l'umanità in difficoltà: anche il Vangelo di oggi ce lo dice, dalle labbra di Gesù. Possa Dio darci un chiaro senso del nostro bisogno, una profonda consapevolezza della nostra fame più profonda, affinché possiamo gioire ed esultare quando quel bisogno sarà soddisfatto e quando quella fame sarà saziata dal Signore che desideriamo ardentemente.

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