Letture: 1 Giovanni 2,3-11; Salmo 96; Luca 2,22-35
Nel celebrare la nascita del Verbo come uomo, celebriamo un nuovo tipo di conoscenza, una nuova luce, una nuova comprensione della vita umana che è venuta al mondo con lui. Egli è la saggezza eterna di Dio.
Ma non si tratta solo di un cambiamento intellettuale, di una nuova informazione, bensì di una nuova prassi, di una nuova possibilità di vita, poiché questa nuova luce è una nuova vita e un nuovo amore. In un certo senso, come dice la prima lettura di 1 Giovanni, è un vecchio comandamento, il comandamento originale, poiché la legge data attraverso Mosè è già una rivelazione di questa stessa saggezza. Ma in un altro senso è un nuovo comandamento a causa della nascita di Cristo, poiché ora, come dice ancora 1 Giovanni, la vera luce sta già risplendendo.
Non è solo che Dio ci dà un esempio nuovo e più attraente di buona vita, non è solo che Dio ci dà un motivo più convincente per vivere bene. Dio ha compiuto un'opera nuova, ha agito in modo nuovo e così si è donato al mondo come mai prima d'ora, stabilendo in un momento della storia del mondo un nuovo inizio e una nuova destinazione per l'umanità. La presentazione di Gesù nel tempio mostra molto chiaramente come avviene questo cambiamento.
Tutto è fatto in conformità con la legge del Signore, questo è sottolineato più di una volta, ma tutto è fatto anche per suggerimento dello Spirito che riposa su Simeone, gli rivela cose nuove e lo spinge a recarsi al tempio per incontrare la nuova azione di Dio, la salvezza che illuminerà i pagani e la gloria di Israele, una gloria a lungo promessa a Israele ma il cui compimento è in un modo che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Così lo Spirito gestisce il cambiamento dal vecchio al nuovo, operando in queste persone buone, Elisabetta, Anna, Simeone e soprattutto Maria, così che il nuovo comandamento, secondo cui possiamo essere sicuri di comprendere veramente le cose solo se amiamo il nostro fratello, è piantato in un terreno ben preparato dalla fedeltà al comandamento originario. Il Verbo fatto carne è, come dice Tommaso d'Aquino, il Verbo che respira amore.
Non è solo che l'amore è il significato di questa Parola, l'amore è la potenza e la vita di questa Parola, l'amore è la realtà di questa Parola. Egli è una Parola che viene compresa e accolta solo dove c'è amore e dove le persone vivono lo stesso tipo di vita che ha vissuto Cristo. Questa nuova luce, la Parola di vita, la Parola che respira amore, è destinata a incontrare opposizione, difficoltà e rifiuto.
Tutti coloro che lo seguono devono essere pronti a lottare, ma dove lo hanno accolto e hanno dato alla Parola una dimora, possono camminare senza paura di inciampare. Sono persone che hanno conosciuto Cristo e vivono come lui, vivono nella luce, la loro vita è fondata sulla Parola di vita, amano i loro fratelli e le loro sorelle. Sono le persone che chiamiamo santi ed è in loro che vediamo che conoscere Dio e amare l'umanità sono la stessa realtà.
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