Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

martedì 17 dicembre 2024

AVVENTO - 17 DICEMBRE


L'anno scorso, o giù di lì, ha visto l'arrivo di tre nuovi membri della nostra famiglia, pronipoti per me, figlie per i loro genitori, nipoti per i loro nonni, nipoti per i loro zii, cugine tra loro. La nascita di queste bambine ha portato, ovviamente, grande gioia in tutta la famiglia, e il fatto che sono i primi membri di una nuova generazione rende la gioia più profonda, l'emozione più intensa.

La prima bambina che è nata è stata per breve tempo la 'figlia unica' della sua generazione e, quindi, una piccola persona molto potente. Ha creato, da sola, un’intera, nuova serie di relazioni che non esisterebbe senza di lei. È stata la prima nella terza generazione del lignaggio dei miei genitori. Ha fatto sì che suo padre fosse un padre e sua madre fosse una madre. Ha fatto sì che i suoi nonni fossero nonni. Ha creato zii e zie che prima non erano zii e zie. Ha creato prozii e prozie che prima non erano tali. Nel tempo e nello spazio, si può dire, l'arrivo di questa bambina ha trasformato molte cose.

Così succede con l'arrivo di ogni bambino: ora c'è un mondo nuovo. Vengono i bambini, dice il poeta inglese William Wordsworth, 'trascinando nuvole di gloria', venendo 'da Dio, che è la nostra casa' e cosi 'il Cielo riposa su di noi nella nostra infanzia'. Questo è Wordsworth, un po’ platonico nel modo di esprimersi. Ma non c'è dubbio che la gioia che circonda l'arrivo del neonato diffonda attorno a lui una tale purezza e perfezione, una tale, semplice luminosità, che è comprensibile parlare del bambino come di qualcuno che venga da Dio. Dopo tutto, noi parliamo del bambino come 'dono di Dio' e lui o lei rende fortemente presente a noi qualcosa della bontà e della potenza divina.

Vi è ora un altro ramo del nostro albero genealogico ed è in forte crescita. La genealogia è un livello più profondo di quanto non fosse prima. Questi bambini, appena arrivati, prendono il loro posto in quella genealogia, iniziano una nuova generazione, e di questo e per questo noi tutti siamo grati e stupiti. Anche la rete della parentela è resa molto più complessa dal loro arrivo. E anche per questo siamo tutti grati e stupiti.

Che dire del bambino la cui nascita celebriamo a Natale, Gesù, il figlio di Maria e Giuseppe, e il Figlio di Dio? Come ogni bambino umano, egli stabilisce nuove situazioni in famiglia e tra i parenti cui appartiene. Nella genealogia della sua famiglia viene istituito un nuovo livello e si apre una nuova rete di relazioni. Nel caso di Gesù, crediamo che ciò che si instaura con la sua nascita abbia un significato per tutti noi. Egli viene accompagnato da nuvole di gloria in un modo unico, perché è il Figlio di Dio increato esistente da tutta l'eternità. Egli viene davvero dal seno del Padre ed è quindi il bambino che può rivelarci il Padre. Il Cielo riposa su di lui non solo nella sua infanzia, ma per tutta la vita, persino - meraviglia delle meraviglie - nella sua morte, perché nel suo caso il Padre lo ha risuscitato dalla morte alla nuova vita del regno eterno, una nascita ancora più straordinaria, quella che celebriamo a Pasqua.

Così, Gesù aggiunge un altro ramo all'albero genealogico di Israele e un altro livello alla genealogia del popolo di Dio, sia che lo facciamo risalire ad Abramo, come fa Matteo, sia che lo facciamo risalire ad Adamo, come fa Luca. E una nuova rete di relazioni è stabilita dalla nascita di Gesù. Su un livello ordinario, esso fa sì che Maria sia una madre e Giuseppe un padre. Ma sul piano della grazia, la sua nascita ha stabilito la rete di relazioni che noi chiamiamo 'Chiesa'. Poiché egli è il Figlio dell’Eterno Padre, il Padre di tutti, e nasce come nostro fratello, gli esseri umani possono ora vedere che sono tutti fratelli e sorelle di questo Padre comune. Poiché lui è il Figlio nella 'famiglia' della Santissima Trinità, gli esseri umani possono ora rendersi conto che sono stati innestati su un nuovo albero di famiglia. Non è solo l'albero di Israele, l'albero di Giacobbe e di Jesse, su cui i pagani sono adesso innestati. Anche questo è vero. Ma, più in profondità, è l'albero della vita stessa di Dio, su cui tutti gli esseri umani, Gentili e anche Ebrei, possono ora essere innestati.

A causa della Sua nascita, abbiamo una nuova dignità dal momento che il Figlio di Dio si è fatto nostro fratello. A causa della sua nascita apparteniamo a una nuova famiglia la cui portata comprende tutti gli esseri umani senza eccezione. A causa della sua nascita l'albero genealogico si estende universalmente nello spazio ed eternamente nel tempo. Ciò significa che le nostre storie - la mia storia, la tua storia, la storia della mia nuova pronipote - non possono essere raccontate senza far risalire le nostre origini a Dio Creatore e senza tracciare il nostro destino futuro davanti alla vita di amicizia con Dio, che è la vita della Santissima Trinità promessa a noi per tutta l'eternità.

Siamo tutti grati e stupiti di ciò che i miei pronipoti hanno già raggiunto, per il semplice fatto della loro nascita. Ci stiamo preparando a essere di nuovo grati e stupiti della nascita di Gesù, per ciò che questo bambino ha ottenuto con la sua nascita e con la sua vita, con la sua passione, morte e risurrezione: un livello di vita completamente nuovo per la famiglia umana, una profondità radicalmente nuova nella storia umana.

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