Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

giovedì 13 marzo 2025

Quaresima Settimana 1 Giovedì

Letture: Ester 4:17; Salmo 138; Matteo 7:7-12

Ester è famosa per la sua bellezza e per il suo coraggio. Quando sentiamo parlare di lei per la prima volta, ci viene detto che tra tutte le giovani donne del regno, lei attira l'attenzione del re. Ella “trovò grazia ai suoi occhi”: in altre parole, fu quella che egli notò tra tutte le candidate che volevano diventare sue consorti. Doveva essere una donna di una bellezza eccezionale.

La lettura della sua storia ci dice che era anche una donna di eccezionale coraggio. Sappiamo che l'amore perfetto scaccia la paura, ma sappiamo anche che il nostro amore non è mai perfetto. Quindi qualcosa della paura rimane. E può anche esserci un'accentuata paura nei confronti di coloro che amiamo, di deluderli, di offenderli, di ferirli. Il grande amore è compatibile allora con una grande paura, non con la paura servile ed egocentrica della punizione che viene scacciata dall'amore, ma con il tipo di paura che sperimentiamo in presenza di una grande bellezza, di una vera santità, di una bontà innegabile. Una paura che è una sorta di timore.

Il coraggio non è una virtù che elimina la paura, ma una virtù che ci permette di fare ciò che è giusto nonostante la paura. Rimaniamo spaventati anche nel momento in cui agiamo con coraggio. Lo vediamo nella forza della preghiera di Ester, una parte della quale viene letta nella prima lettura di oggi. Non ha tanto paura di Dio, quanto di suo marito: deve prendere in mano la sua vita e rischiare la sua ira, se vuole intercedere per il popolo.

Ma lo fa, le vengono date le parole con cui pregare. Salvaci dalla mano dei nostri nemici”, dice, ‘trasforma il nostro lutto in letizia e i nostri dolori in pienezza’. Liberaci dal male.

Gesù ci incoraggia ad avere lo stesso atteggiamento di confidenza e fiducia nel Padre. Dobbiamo rivolgerci a lui in preghiera anche quando abbiamo paura e timore, quando ci sembra impressionante e intimidatorio. Chiedete, cercate, bussate. Se non riuscite a trovare le parole, usate le parole di Ester, o le parole di Giobbe, o le parole dei Salmi, soprattutto le parole che Gesù ci ha insegnato. Tutte parlano già delle cose per cui vogliamo pregare.

Dobbiamo praticare la preghiera e questo è l'unico modo per impararla. Siamo già a più di una settimana di Quaresima ed è uno degli scopi principali di questa stagione, tornare a pregare, a farlo più regolarmente, a dedicarvi più tempo ed energia. Potremmo avere bisogno di coraggio prima di tutto, se ci sentiamo oppressi dai nostri peccati, delusi per lo stato della nostra anima. Potremmo aver bisogno di confessarci per eliminare l'oppressione e scacciare la delusione. Poi potremo pregare di nuovo con coraggio.

E dobbiamo ricordare il nostro prossimo nelle nostre preghiere. Gesù non ci permetterà di rifugiarci in una vita spirituale egocentrica, in una coltivazione egocentrica della “santità”. Nel Vangelo di oggi dice: “Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi”. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”, dice nel Padre Nostro. L'amore per il suo popolo dà a Ester il coraggio di parlare, prima a Dio e poi al re. Quando anche noi ci commuoviamo per il grande bisogno degli altri, ci sarà facile pregare, le parole arriveranno. Troveremo anche il coraggio non solo di parlare a Dio, ma di affrontare qualsiasi cosa ci chieda il bisogno umano.

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